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Guido Bertolaso: "Silvia Romano? 18 mesi di prigionia non casuali"

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Sulla durata del rapimento di Silvia Romano si è espresso anche Guido Bertolaso, che reputa i 18 mesi di prigionia non casuali.

Sulla durata del rapimento di Silvia Romano si è espresso anche Guido Bertolaso. L’attuale Commissario straordinario di Regione Lombardia per la lotta al Coronavirus è stato ospite, lunedì 11 maggio, di Quarta Repubblica. Nel salotto di Nicola Porro l’argomento del giorno è stato il ritorno di Silvia Romano, la cooperante milanese tenuta ostaggio per 18 mesi. Per Bertolaso i principali responsabili di questa storia sono le Ong che mandano allo sbaraglio i ragazzi, in realtà difficili come quelle del Kenya o della Somalia: “I cooperanti italiani devono andare con organizzazioni serie e strutturate, che mai manderebbero ragazzi allo sbaraglio. Facciamo un’analisi seria su quelle organizzazioni che mandano questi ragazzi in situazioni a rischio”.

Guido Bertolaso: il pensiero su Silvia Romano

Per Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, chi ha rapito Silvia Romano (Al Shabaab) non va assolutamente assolto. Anche perché il suo pensiero è molto chiaro anche in merito alla conversione: “Non ci possono essere assoluzioni verso questi criminali, sono professionisti del terrorismo e non credo che sia stato casuale che abbiano tenuto questa povera ragazza per 18 mesi”.

Per Bertolaso, infatti, un anno e mezzo è il tempo corretto per poter convincere una persona a convertirsi alla religione islamica. Ed è per questo che il rapimento di Silvia Romano è durato ben 18 mesi. “L’hanno convinta anche a cambiare nome. È tornata dalla sua famiglia e si chiama Aisha, non più Silvia” conclude un amareggiato Guido Bertolaso.

Alessandro Sallusti e Vittorio Sgarbi

Tra gli ospiti di Nicola Porro a Quarta Repubblica si contano anche Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, e Vittorio Sgarbi, deputato e critico d’arte. Il primo ha evidenziato come: “Qui ai terroristi non gliene frega niente di nessuno, per la cultura italiana una vita umana non ha prezzo, bisognerebbe fare una legge che impedisca a persone di andare in posti a rischio“. E sul cambio nome, da Silvia ad Aisha, Sallusti sottolinea: “Mi ha colpito che non ha avuto una parola di critica per i suoi sequestratori”.

Per Vittorio Sgarbi, invece, “Silvia Romano ha messo il costume della banda terroristica, quindi ha fatto propaganda ai terroristi. Abbiamo abbracciato chi ha messo le insegne del nemico dello Stato”.