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La mamma di Silvia Romano: "Chiunque tornerebbe convertito"

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La mamma di Silvia prende le distanze dalla Onlus Africa Milele ed esprime un desiderio: "Vogliamo solo chiudere questo capitolo".

Dopo 18 mesi di silenzio e paura, la mamma di Silvia Romano è tornatata a parlare, pochi giorni dopo la liberazione della figlia. La madre della cooperante di Milano al momento chiede solo rispetto e silenzio. Nelle stesse ore, la Procura di Milano ha aperto un’indagine contro ignoti dopo le migliaia di insulti e minacce rivolte contro la giovane sui social.

La mamma di Silvia Romano: “Vogliamo dimenticare”

A 48 ore dal ritorno in Italia di Silvia Romano, torna a parlare anche Francesca Fumagalli, la madre della 25enne. Intervistata telefonicamente dal Tg3, la donna ha voluto subito esprimere la sua felicità ma soprattutto la volontà di chiudere questo capitolo: “Cerchiamo di dimenticare, di chiudere un capitolo e aprirne un altro“.

A proposito della conversione, la donna – rispondendo a un giornalista sotto casa – ha invitato a mettersi nei panni della figlia e a capire le sue ragioni: “Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito. Usate il cervello“.

La madre ha poi dichiarato di aver preso le distanze dalla Onlus Africa Milele: Non sono io l’ordine preposto per parlare di queste cose, c’è una Procura che indaga e ci pensano loro, io non rilascio dichiarazioni sull’argomento“. Su un’eventuale conferenza stampa, arriva la smentita della madre: “Non facciamo niente, perché Silvia deve stare in quarantena. Siamo qua, poi fra due settimane vedremo, non lo so. Del doman non v’è certezza. Visto come sono andate le cose, non so nulla”.

L’inchiesta della Procura di Milano

Ai pm di Roma che indagano sul suo caso, Silvia ha detto di aver cambiato nome in Aisha, dopo essersi convertita volontariamente all’Islam. Proprio quest’ultima affermazione ha scatenato una bufera sui social, attraverso i quali in moltissimi – privati cittadini ma anche esponenti del mondo politico, come assessori e consiglieri comunali – hanno criticato l’orientamento religioso della ragazza e le hanno rivolto veri e propri insulti.

Per questo motivo a supporto della giovane è intervenuto il responsabile dell’antiterrorismo milanese Albero Nobili, che ha aperto un’indagine per minacce e accuse gravi contro ignoti.

Parola agli psicologi

Anche l’Ordine degli Psicologi della Lombardia si è schierato con Silvia, definendo gli attacchi contro la ragazza “un ulteriore trauma e un grave pericolo per il suo benessere, per questo chiediamo un opportunosilenzio. Ricordiamo che Silvia è la vittima di un rapimento. Nessuna diagnosi – avvertono – può essere fatta per interposta persona o sulla base di immagini o di riferimenti“.