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Regolarizzazione migranti, i braccianti: "Non è ancora abbastanza"

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I braccianti, dopo aver ottenuto la regolarizzazione per i migranti, affermano di essere discretamente soddisfatti: "Ma non è ancora abbastanza".

La regolarizzazione dei migranti – voluta fortemente dal ministro Bellanova e approvata dal Governo Conte – è una misura che soddisfa a metà i braccianti. I diretti interessati, infatti, evidenziano come questo provvedimento non sia ancora abbastanza in virtù di quanto previsto dai decreti sicurezza ancora in vigore che hanno ‘cancellato’ tutto. A far presente i disagi dei braccianti è Raffaele Falcone della Flai Cgil che, in un’intervista concessa a Open, evidenzia tutte quelle che sono le sue perplessità: “Sei mesi possono sembrare pochi, e sicuramente non sono abbastanza”, dice Falcone che comunque riconosce come sia un lasso di tempo utile: “Per cambiare gli equilibri della loro vita”.

La regolarizzazione dei migranti

Per Falcone il vero problema continuano a essere i Decreti Sicurezza. Dopo la loro approvazione, infatti, i ghetti si sono riempiti di persone diventate tutto d’un tratto irregolari. Una massa di braccianti si è trovata da un momento all’altro a non avere più i requisiti per essere in regola. Tant’è che il sindacalista utilizza termini come ‘catastrofe’: “Io parlo con le persone ogni giorno. Vorrebbero un contratto di lavoro, un permesso. Anche solo per tornarsene a casa loro”.

Prima del Coronavirus: “I caporali e le aziende potevano minacciare di non assumere vista l’enorme richiesta di lavoro – racconta Falcone -. Ora, con bulgari e romeni bloccati nei Paesi di provenienza, queste persone hanno dalla loro un’arma in più per far valere i propri diritti”. Con l’approvazione del provvedimento per la regolarizzazione dei migranti il sindacalista spera in un aumento dei controlli: “Se ti trovano con decine di lavoratori in regola le multe sono salate. Questo potrebbe essere un altro incentivo per fare contratti di lavoro a queste persone”.