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Coronavirus, l'Iss e l'errore protocollo tamponi: "Posizione errata"

Iss e gli errori nei tamponi per Coronavirus

I falsi negativi per i tamponi da Coronavirus hanno destato sospetti in merito alla validità del protocollo suggerito dall'Iss.

L’Iss avrebbe seguito un protocollo sbagliato nell’esecuzione dei tamponi per la diagnostica del Coronavirus. La teoria viene supportata dal presidente del Sis 118, Mario Balzanelli, durante un’intervista con la redazione di TPI, e Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano.

Test Coronavirus: le tempistiche Iss

Il 7 aprile 2020 un rapporto ufficiale riporta tali errori nella procedura di tampone per Covid-19, corretto in un secondo momento ma ancora disponibile sul web.

Secondo il documento, compilato in collaborazione con il Ministero della Salute, i medici sono tenuti ad eseguire il test entro 3 giorni eppure, in base a quanto affermato dalla Johns Hopkins Schools of Public Health, al quinto giorno d’infezione la percentuale di falsi negativi aumenterebbe in al 38%. Gli autori di tale ricerca suggeriscono dunque di fare il tampone all’ottavo giorno, quando il margine di errore si aggira intorno al 20%.

Tecniche errate per i tamponi

Il professor Gaetano Libra, otorino laringoiatra presso l’ospedale Maggiore di Bologna, ha invece sostenuto una tesi in merito all’esecuzione pratica dei test da parte dell’Iss.

Durante un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, ha spiegato che nel testo ufficiale si parla di posizione verticale obliqua del tampone: “anziché orizzontale rivolta in direzione del canale uditivo, come dovrebbe essere. Con il rischio che, eseguito in questo modo, l’oggetto non raggiunga la zona di raccolta di muco e secrezioni, nei quali avviene la ricerca del virus. Inoltre in questo modo c’è il serio rischio di lesioni al cervello e al bulbo olfattivo”.