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Fase due, pene in cemento compare in piazza San Marco

pene fase due

Un pene in cemento è comparso in piazza San Marco, Venezia, allo scoccare di lunedì 18 maggio. L'artista: "Simbolo di vita".

Fase due in Italia: riaprono piazze, città e locali. In tutte le regioni del Paese si torna a circolare quasi liberamente, e c’è chi – come a Venezia – ne approfitta per diffondere la sua “arte“.

Pene in piazza

In piazza San Marco è comparso dal nulla, lasciando molte persone perplesse e tante altre divertite. A Venezia, nella splendida cornice del cuore cittadino, nella giornata di lunedì 18 maggio è comparso un pene in marmo. Nel giorno della riapertura del Paese l’opera alta circa un metro e pesante 200 chili è apparsa davanti a Palazzo Ducale, ed è stata riportata attraverso una foto dalla pagina Facebook “Venezia NON è Disneyland”.

L’installazione, che però non era autorizzata, è rimasta esposta al pubblico solo per pochi minuti, dopodiché è stata oscurata dall’intervento della Polizia locale che l’avrebbe nascosta con del cartone, prima di rimuoverla.

Artista sconosciuto

L’autore dell’opera, che rimane sconosciuto, in un’intervista a Dire – dov’è rimasto appunto anonimo – ha voluto spiegare la sua arte: “Il pene è un simbolo di vita, afferma che Venezia è viva e ha bisogno di vivere, e provoca invitando a essere duri, non mollare e rialzarsi”. Il membro appare imbrigliato con una mascherina – sempre di marmo e cavi d’acciaio che raffigurano gli elastici – per una precisa raffigurazione: “Le restrizioni imposte dal coronavirus, la distanza tra le persone, la paura del prossimo che è poi la paura di vivere”. In più nel marmo compaiono anche delle scritte fatte con un pennarello indelebile nero, a contestualizzare l’opera nel suo momento storico, dove sono citate la “fase 2” e il “Covid-19”, che vogliono rappresentare anche una provocazione. Come la scritta “prostituzione”, che vuole spingere sulla “mercificazione di Venezia, che al momento è in pausa a causa delle restrizioni per il coronavirus, e l’auspicio che una volta terminata l’emergenza lo sfruttamento turistico della città non torni più come prima”.