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Coronavirus, Galli: "Arrivato dalla Germania. Sì a test rapidi"

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Secondo il prof. Galli il coronavirus era già presente in Italia da gennaio: "Arrivato dalla Germania, a Milano già da gennaio"

Dopo mesi di convivenza con la pandemia, una cosa è certa: il SARS-CoV-2 non è arrivato in Italia quel famoso 21 febbraio, in cui venne scoperto il “paziente 1” a Codogno. Il coronavirus era presente in Italia già da settimane, come ha ribadito il professor Massimo Galli.

Galli: “Coronavirus arriva da Germania”

“Secondo le informazioni decisamente importanti, che provengono dallo studio svolto con i colleghi del Centro trasfusionale del Policlinico di Milano a cui abbiamo partecipato – ha spiegato il professor Galli, primario di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano – dicono che con ogni verosimiglianza il virus è arrivato all’uomo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre dell’anno scorso. Si tratta di un virus tedesco proveniente in realtà da Shanghai, che ha avuto una minima diffusione in Germania”. Per Galli, il coronavirus sarebbe arrivato dalla Germania, e avrebbe iniziato a circolare a Milano già dal 25-26 gennaio.

Galli favorevole a test rapidi

Il primario del Sacco è intervenuto anche sulla questione dei test rapidi, dicendosi favorevole. “Meglio poter mettere migliaia e migliaia di persone in fila distanziate a fare un pungidito, aspettare dieci minuti per il risultato ed essere indirizzate nel modo migliore, piuttosto che mettere altrettante persone in attesa di un prelievo venoso con tempi di risposta che nel migliore delle ipotesi richiedono ore. I test rapidi, in termini di specificità (98%) e sensibilità (95%), sono la strada per questa Fase 2 soprattutto per chi deve tornare a lavoro. Rispetto a quelli col prelievo sono molto più facili, sostenibili e agili”. Il professor Galli si è poi espresso sui test sierologici. “L’identificazione di una infezione recente attraverso un esame anticorpale – ha dichiarato – è praticamente impossibile perché abbiamo una fase-finestra nella produzione degli anticorpi di almeno 11 giorni dall’inizio della comparsa dei sintomi. C’è una percentuale importante di casi che si manifestano senza manifestarsi, questo per dire che gli asintomatici sono veramente parecchi”.