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Massimo Galli: "Italia come la Cina, dichiara un decimo dei casi"

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Per l'infettivologo Massimo Galli l'operato del governo è poco trasparente: "Così dichiariamo solo un decimo dei casi".

L’infettivologo Massimo Galli attacca l’operato del Governo italiano in merito al Coronavirus e ai dati dei contagi in Italia. In una lunga intervista concessa a Piazzapulita, lo studioso milanese evidenzia tutti quelli che sono i limiti della politica adottata dal Governo Conte in merito alla ‘campagna di tracciamento’ dei positivi. Tant’è che Massimo Galli non lesina un paragone con quanto avvenuto in Cina nelle scorse settimane.

Coronavirus, Galli commenta i dati dell’Italia

L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano negli studi di La7 rivela come: “La Cina ha dato meno informazioni rispetto al numero effettivo di contagiati – spiega il responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano -, ma con la politica scellerata di fare solo tamponi solo su persone sintomatiche noi stiamo dichiarando al mondo probabilmente un decimo dei casi“. “Le portate dell’epidemia in Lombardia e in Veneto sono assolutamente differenti. In Lombardia migliaia di casi e contagi nelle prime settimane in cui il virus ha potuto stare sotto traccia”.

E non mancano le critiche nei confronti della fase 2 voluta dal Governo Conte partita da giorno 18 maggio. Per Massimo Galli, infatti, l’Italia: “Ha obbligato i sospetti contagiati a stare in casa”, ma senza fare loro tamponi né diagnosi certe. La denuncia di Massimo Galli riguarda la possibilità, per quest’ultimi, di poter uscire liberamente senza aver avuto alcun test. Perché dal lockdown a oggi i tamponi sono stati fatti solo ai soggetti sintomatici. Per l’infettivologo questa è assolutamente una bomba a orologeria che rischia di lasciare ingenti danni sanitari al Paese Italia.