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Coronavirus, Demicheli: "Meno morti, ma il virus non si è indebolito"

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Per l'epidemiologo Demicheli i meno morti positivi al coronavirus attestati non si spiegano con l'ipotesi del virus più debole. Ci sono altre ragioni.

Ci sono meno morti, ma il virus non si è indebolito, a dirlo è l’epidemiologo Vittorio Demichieli, a capo della task force coronavirus della Regione Lombardia e direttore sanitario dell’Ats di Milano. Per l’esperto, il virus è lo stesso che ha falcidiato la popolazione lombarda nei mesi scorsi. Eppure, dall’ultimo bollettino del 24 maggio, si è visto un calo significativo di positivi e decessi che ha suscitato anche l’entusiasmo del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Cosa sta succedendo?

Demicheli: “Coronavirus non indebolito, anche se meno morti”

Partendo dal numero zero relativo all’ultimo bilancio dei decessi in Lombardia, Demicheli non sembra sorpreso: “Restano da fare verifiche coi Comuni, ma il segnale resta chiaro. E non ci sarebbe troppo da sorprendersi” spiega dalle colonne del Corriere della Sera. Per l’epidemiologo, quello che a molti è sembrato un miracolo si spiega in termini numerici. I numeri che oggi sono chiari – puntualizza – rispecchiano le storie cliniche di qualche settimana prima. Nel particolare, l’epidemiologo ragiona anche sui decessi: “A morire sono quasi sempre i malati più gravi che spesso erano intubati. Se il numero nelle ultime settimane è sceso da oltre 1.300 ai 197 di ieri significa che sono molte meno anche le persone con un quadro clinico compromesso. I dati vanno letti nel loro complesso“. Più che di virus modificato col tempo, Demicheli fa riferimento al fenomeno dell’harvesting.

È, cioè, probabile che il coronavirus sia meno letale perché sono diminuite le persone compromesse. La minore letalità sarebbe, quindi, dovuta alla presenza di pazienti con una cartella clinica meno compromessa.