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Fase 2, Locatelli fiducioso: "Lombardia e Piemonte riapriranno"

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Locatelli è fiducioso sulla riapertura delle Regioni. Il presidente del Consiglio Superiore della Sanità parla di quale futuro attenderà l'Italia.

Fase 2, c’è ottimismo da parte di Franco Locatelli, professore e presidente del Consiglio superiore di sanità e leader del Comitato tecnico scientifico. “Io sono ottimista. – rivela in una lunga intervista concessa a Il Messaggero – Però deve essere chiaro che non siamo fuori dal tunnel. Ciò che è successo in questi mesi deve essere scolpito nella memoria di tutti, resterà nella storia, e deve invitarci ad avere comportamenti improntati alla massima responsabilità, alla prudenza, per non compromettere i risultati raggiunti in queste settimane di sacrifici”.

Sembra chiara, dunque, la posizione di Franco Locatelli in merito a quello che sarà il futuro dell’Italia durante la pandemia da Coronavirus: “Dovremo presto vedere l’impatto che deriverà dalle aperture del 18 maggio. Per quello è ancora un pochino troppo presto, anche se, per carità, non mancano molti giorni. Però diciamo che tra quattro, cinque giorni, avremo una idea più compiuta dell’impatto delle misure di allentamento”.

Fase 2, la fiducia di Locatelli

Per Locatelli pochi dubbi anche sulle riaperture di Regione Lombardia e Piemonte, le due aree territoriali che rischiano di restare chiuse anche dopo il 3 giugno. Il professore è ottimista: “Come sempre preferisco non scotomizzare, anzi cambiamo verbo, non eludere le domande. Io mi auguro che Piemonte e Lombardia siano pronte, gli indicatori che arrivano da quelle due regioni non creano allarmi particolari. Tanto è vero che la Lombardia, tra prima e seconda valutazione, è scesa dal livello 3 al livello 2”.

In questa fase, però, entreranno in gioco: “Anche considerazioni differenti che verranno fatte da governo, presidenza del Consiglio, ministeri degli Affari regionali e della Salute con i presidenti delle Regioni. Penso che si possa arrivare ad avere un approccio allargato anche a Piemonte e Lombardia. È un auspicio, le condizioni esistono, ma ovviamente aspettiamo i dati di questi giorni”.

Il monito alla ‘movida’

Questa fiducia, però, non equivale a un ‘fine emergenza da Coronavirus‘. Ci tiene a precisarlo Locatelli: “Tutti gli indicatori stanno andando nella stessa direzione. Certo, una cosa va sottolineata, però lo dico senza alcuna demonizzazione di chi in ragione di un tempo di astinenza sociale, si sta ora lasciando andare a incontri non attenti a ciò che abbiamo raccomandato come misure di distanziamento fisico e necessità di indossare dispositivi di protezione: non sprechiamo i sacrifici di tutte queste settimane a causa di comportamenti pochi responsabili. C’è sicuramente modo di divertirsi, mantenendo però comportamenti rispettosi della propria salute e di quella degli altri”.

“Test a turisti impraticabile”

Sul turismo, invece, il presidente del Consiglio Superiore della Sanità è chiaro: “Fare i test ai turisti è un qualcosa di impraticabile. E comunque i turisti rappresentano una risorsa economica importante per Sicilia e Sardegna: fatta salva la tutela della salute al primo posto, mi auguro che non vi siano restrizioni. Di certo, gli approcci basati su test sierologici non possono essere utili per strategie di questo tipo”.

Un minimo, però, il turismo può rappresentare un’insidia per la difesa dal Coronavirus: “Ma è anche qualcosa di cui questo Paese ha bisogno dal punto di vista socio-economico. Penalizzare l’azienda turismo va contro all’obiettivo di fare ripartire la macchina ed evitare sacche di disagio sociale, se non di povertà”.