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Coronavirus, Le Foche: "A dicembre seconda ondata, ma contenuta"

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È fiducioso Le Foche. L'immunologo parla di una nuova ondata a dicembre ma sarà contenuta: "La malattia è mutata".

Francesco Le Roche è fiducioso sulla battaglia contro il Coronavirus. Il responsabile del Day Hospital di Immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I, in un’intervista al Corriere della Sera, evidenzia come: “Il virus si è indebolito. Facciamo sempre più tamponi e troviamo sempre meno malati. Ci vuole ancora prudenza, è ovvio, ma la gente sta cominciando ad accettarne la convivenza”.

Anche Le Foche fa parte del ‘partito’ di chi sostiene che la malattia da Coronavirus, rispetto a febbraio e marzo, sia fortemente mutata: “Siamo in fase sub-acuta, l’isolamento ha ridotto drasticamente la carica virale. Il virus è meno aggressivo sulla cellula. I nuovi casi, in genere, non sono così gravi. Chi si ammala, oggi, ha una condizione di febbricola e di astenia che si prolunga per 2-3 settimane. È una sindrome diversa“.

Coronavirus, Le Foche: “A dicembre seconda ondata”

Vivremo un’estate tranquilla e, forse, anche l’autunno. Mentre Le Foche è relativamente preoccupato per il mese di dicembre: “Prevediamo una seconda ondata – spiega l’immunologo – ma sarà contenuta e non certamente tragica come quella di questo inverno”. I motivi? Anzitutto la miglior difesa degli scienziati: “Saremmo in grado di usare le armi giuste per combattere fin da subito un’eventuale reinfezione”.

Inoltre, Le Foche evidenzia come il Coronavirus: “Si sta già spegnendo. In parte si è già spento. Il lockdown gli ha impedito di riprodursi e quindi si è affievolito. Il caldo gli assesterà un ulteriore colpo, a patto naturalmente che la gente continui ad avere comportamenti virtuosi”.

Ad aiutare gli scienziati in questa lotta ci ha pensato anche il clima delle ultime settimane: “Più si inalbererà la temperatura e meno probabilità avremo di infettarci, succede per tutte le forme virali. Le goccioline non saranno più in grado di essere veicolate a distanza”.

Immunità da Coronavirus?

L’unica vera preoccupazione di Le Foche, al momento, riguarda i già ammalati che potrebbero non essere immuni: “Non è detto che chi ha sviluppato gli anticorpi sia immune, Chi ha contratto il Covid in forma leggera potrebbe sì aver sviluppato le IgG, ma non in quantità sufficiente. Chi è stato colpito in modo più pesante, invece, pare che non si sia riammalato, ma ancora non sappiamo quanto duri l’immunizzazione”.