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Coronavirus, blitz della finanza: sequestrata fabbrica di mascherine

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Maxi operazione della finanza nel corso della Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Sequestrata una fabbrica abusiva.

Nuovo maxi blitz della guardia di finanza nel corso della Fase 2 dell’emergenza coronavirus. In provincia di Caserta è stata sequestrata una fabbrica abusiva che realizzava mascherine, camici e tute antivirali pronte per essere messe in commercio. Denunciato per contraffazione il responsabile dell’opificio, un 53enne di origini pakistane.

Coronavirus, il blitz della finanza

L’operazione è stata condotta dai militari del gruppo della guardia di finanza di Frattamaggiore, agli ordini del tenente colonnello Massimo Otranto. Le fiamme gialle hanno scoperto a Succivo una vera e propria fabbrica di mascherine sconosciuta al fisco e 38mila fra mascherine, camici e tute antivirali pronte per essere messe in commercio. Sono stati sequestrati l’opificio, i materiali, le attrezzature (macchinari per la cucitura, tagliatura e stiratura). Sigilli anche per 10mila false etichette “made in Italy” che stavano per essere apposte sui dispositivi in corso di lavorazione.

Contraffazione e ricettazione

Per il responsabile sono scattate le accuse di contraffazione, ricettazione e frode in commercio, oltre che per violazioni in materia ambientale e di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Sanzionato, altresì, unitamente a 5 connazionali che lavoravano nell’azienda, per il mancato rispetto delle misure di sicurezza anti-contagio.

Mascherine per bambini

A Napoli, invece, nel corso di una seconda operazione, i finanzieri hanno visitato un negozio di abbigliamento del quartiere Ponticelli di Napoli. Qui vengono sequestrati 1700 capi di abbigliamento contraffatti e 4mila mascherine per bambini non sicure. I capi recavano i disegni di famosi personaggi di serie televisive, personaggi dei videogiochi e cartoni animati (“Disney” – “Narcos” – “Me contro Te” – “Supreme/Jordan” – “Fortnite”). Denunciato il responsabile, un 34enne di origine cinese residente al Centro Direzionale di Napoli, per contraffazione e frode in commercio.

“Nessuna sicurezza”

“I dispositivi di ‘protezione, – hanno fatto sapere dal comando provinciale – in particolare, erano privi della certificazione obbligatoria di conformità sanitaria e delle informazioni dovute al consumatore, come l’indicazione della provenienza, i materiali utilizzati e le istruzioni per l’uso, non garantendo, quindi, alcuna sicurezza contro il rischio contagio e risultando persino potenzialmente dannosi”.