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Roma, metro chiuse e navette piene: distanziamento sociale impossibile

Assembramento alla stazione della metro Termini, 31 maggio 2020

Metro bloccate, navette colme: i pendolari di Roma lamentano il mancato rispetto delle norme di distanziamento sociale. Le foto-denunce sui social.

Con un totale di sette casi positivi, il bollettino del Lazio sui contagi di Covid-19 del 1 giugno dà speranza alla Capitale. Un auspicio che, però, non deve far abbassare la guardia. Eppure, quello che a molti passeggeri è capitato nella giornata di domenica 31 maggio ha dell’incredibile. La mattina, i pendolari di Roma si sono imbattuti in alcune stazioni della metro chiuse e, come opzione di trasporto alternativo, navette piene dove il distanziamento sociale era impossibile. Tanti i passeggeri indignati che hanno postato le foto delle stazioni affollate.

Roma: metro, navette e distanziamento sociale

Viaggiatori accalcati su mezzi, navette colme di persone. Sono alcune delle scene per tanti passeggeri romani. Con alcune stazioni della metro A e B chiuse, ai cittadini è stata offerta come unica opzione l’utilizzo della navetta. Risultato? Non è stato possibile rispettare il distanziamento sociale, come invece prescritto dai protocolli della Regione e dai decreti del premier Conte. Per un “guasto tecnico” i pendolari di Roma Nord sono stati bloccati a Valle Aurelia, per esempio. Alcuni passeggeri hanno lamentato l’attesa di una navetta per oltre un’ora. Per giunta, all’arrivo del mezzo, i pendolari non potevano mantenere la distanza: in alcuni casi, le porte dei mezzi non si chiudevano.

I passeggeri ad Atac: dov’è il distanziamento?

In tanti sono rimasti indignati dalla gestione dell’emergenza da parte di Atac. Dall’inizio del lockdown e ancora oggi, la distanza di oltre un metro dall’altro è ritenuta fra le misure più efficaci per evitare la propagazione del contagio da coronavirus. Il distanziamento è il criterio su cui il Governo sta riorganizzando le riaperture scolastiche. Ma non solo. A causa della contestazione sulle norme di distanziamento imposte dall’Italia, la compagnia aerea EasyJet ha annunciato che potrebbe non volare in Italia.

Guardando alla situazione della Capitale, ci si chiede se l’indignazione sarà l’occasione per migliorare le condizioni di salute di chi è costretto a muoversi per lavoro.