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Coronavirus, le lacrime di Ippolito: "L'emergenza non è finita"

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Il professor Giuseppe Ippolito si commuove fino alle lacrime nel commentare le ultime dichiarazioni degli esperti in merito all'emergenza coronavirus.

Non riesce a trattenere le lacrime il professor Giuseppe Ippolito mentre durante la trasmissione televisiva Agorà commenta le dichiarazioni contrastanti pronunciate da alcuni esponenti del mondo scientifico in merito all’attuale pericolosità del coronavirus. Citando le parole del presidente Sergio Mattarella, il direttore Scientifico dell’Istituto nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma ha esortato i rappresentanti delle istituzioni scientifiche e politiche a non cercare la polemica in un momento così critico per il Paese.

Coronavirus, la commozione di Giuseppe Ippolito

Nel corso della trasmissione di Rai 3, il professor Ippolito ha citato il discorso pronunciato dal presidente Mattarella in occasione della Festa della Repubblica, nel quale invitata a non disperdere i sacrifici degli italiani: “L’emergenza non è finta, non disperdiamo i sacrifici degli italiani, non usiamo questo 2 giugno per fare inutili polemiche sulla malattia, oggi dobbiamo ricostruire l’Italia, non ci bastano più i livelli del piano Marshall. Stiamo ripartendo e in questo momento dobbiamo pensare alle bare che uscivano dall’ospedale di Bergamo: dobbiamo essere uniti, il resto è inutile polemica, deve parlare la voce dell’Unità d’Italia”.

Parlando poi delle numerose dichiarazioni fatte dagli esperti in questi ultimi giorni, Ippolito ha specificato come esse non vadano tutte rigettate: “Non è il momento di polemizzare, in ogni cosa detta c’è un pezzetto di verità, ma le informazioni vanno lette nel loro complesso. Il professore ha in seguito invitato tutti a: “Restare vigili, perché questa operazione di ricostruzione della sanità, per la quale potremo avere tanti fondi, non diventi un mezzo per l’arricchimento di qualcuno che vuole approfittarsene. […] Le persone devono avere la garanzia che non ci siano più ospedali senza personale, ridefiniamo un nuovo modello di servizio sanitario”.