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Lo Stretto di Messina riapre, ma mancano i controlli

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Migliaia di viaggiatori alle Caronti che collegano Messina con Reggio Calabria: "Nessuno ci prende la temperatura".

Lo Stretto di Messina riapre, ma i controlli latitano. È questa la denuncia di numerosi viaggiatori che fin dalle prime ore di giorno 3 giugno, ovvero quando è scattata a tutti gli effetti la fase 3, si sono messi in viaggio per i motivi più disparati. C’è chi è costretto ad abbandonare la Sicilia e dover tornare al luogo di lavoro dopo tre mesi, chi può riabbracciare il proprio partner dopo settimane di lontananza, chi addirittura vedere il proprio nipotino per la prima volta.

Lo Stretto di Messina, con le sue navi, collega quotidianamente la vita di migliaia di persone. Calabresi e siciliani, pendolari, studenti universitari, lavoratori. Un intreccio che per qualche settimana si è dovuto arrestare continuando a singhiozzo con i servizi nave forniti esclusivamente dalle Caronti. Adesso, però, con la fase 3 c’è un via libera generale. Ma senza controlli.

Riapre lo Stretto di Messina: i controlli?

Chi attraversa lo Stretto di Messina lo fa senza passare dai termoscanner. Almeno, questa è la situazione sia a Villa San Giovanni, lato calabro, sia al porto peloritano. Nessun addetto alla rivelazione della temperatura per i viaggiatori che entrano ed escono liberamente dalla Trinacria e dalla Calabria.

In tal senso, Musumeci e Santelli, rispettivamente Governatori di Sicilia e Calabria, hanno firmato delle ordinanze che parlano chiaramente. Di concerto con il MiT, infatti, le aziende di trasporto devono eseguire tutti i controlli necessari al fine di far viaggiare tutti in sicurezza. “I controlli sanitari sui passeggeri in arrivo ed in partenza nei porti e negli aeroporti sono di competenza nazionale e ricadono nella responsabilità degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), che provvede a organizzare adeguati servizi”, si legge nell’ordinanza sicula.

Chi presenta una temperatura superiore ai 37,5°, sulla carta non può imbarcarsi e deve tornare presso il proprio domicilio. Una misura che, però, a quanto pare non è stata pienamente recepita sullo Stretto di Messina. Dove, tra l’altro, persiste il problema delle corse delle navi: numero troppo ridotto tra Caronti e navi veloci. Difatti, il programma dei collegamenti è ancora in situazione emergenziale e ben lontano dal servizio fornito nell’era pre-Covid.