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Coronavirus, Cauda: “L’epidemia si sta esaurendo"

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Roberto Cauda, direttore dell'Unità di malattie infettive del Gemelli di Roma, ha commentato lo stato attuale dell'emergenza coronavirus

Roberto Cauda, direttore dell’Unità di malattie infettive del Gemelli di Roma, ha parlato del coronavirus. A tal proposito ha dichiarato che i numeri dimostrano “che l’epidemia si sta esaurendo, anche se bisogna stare molto attenti”.

Le dichiarazioni di Roberto Cauda

Nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Tg24, Roberto Cauda ha dichiarato che “l’epidemia si sta esaurendo, anche se bisogna stare molto attenti: basta un minimo calo di attenzione per ritrovarci con nuovi focolai”. Per poi aggiungere: “Sicuramente le aperture del 4 e del 18 maggio non hanno comportato quel ritorno di fiamma che si poteva temere: nelle prossime settimane vedremo gli eventuali effetti delle nuove misure sugli spostamenti adottate dal 3 giugno”. Dal punto di vista clinico, inoltre, “si registra una netta diminuzione dei casi gravi, sono di meno i ricoverati con sintomi e con sintomi molto più lievi: questo potrebbe anche spiegarsi con l’effetto harvesting, l’effetto mietitura, con il fatto cioè che inizialmente in assenza di misure di contenimento a pagare il prezzo più alto siano stati i soggetti più fragili, le persone più avanti con gli anni e con più patologie pregresse. Ma è una ipotesi che va verificata”.

Sempre Roberto Cauda, docente di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ad Adnkronos Salute ha dichiarato: “Da più parti, e da un po’ di tempo a questa parte, arrivano segnalazioni relative a una minor gravità di Covid-19, rafforzate dal calo dei ricoveri e dalla diminuzione dei pazienti in terapia intensiva. Si segnala anche una minor gravità dei casi clinici, cosa della quale non ho motivo di dubitare. Ma se bisogna dire che ancora non ci sono ancora pubblicazioni a dimostrare la minore pericolosità di questo virus, a spiegare queste segnalazioni in parte è di certo il lockdown: questa misura ha ridotto la circolazione del virus”.

Per poi aggiungere: “Sembra che i casi gravi di Covid-19 siano meno frequenti rispetto a un paio di mesi fa: questo si tradurrà di certo in pubblicazioni scientifiche, che hanno una valenza diversa rispetto a una dichiarazione, per quanto proveniente da colleghi autorevoli. Ecco, penso che questo sia un aspetto di cui tener conto: aspettiamo gli studi scientifici“.