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Lo zio di Pamela Mastropietro in ginocchio: "Tutte le vite sono importanti"

pamela mastropietro

Lo zio di Pamela Mastropietro, uccisa nel 2018, si è inginocchiato davanti all'albero della nipote ricordando l'omicidio Floyd.

Marco Valerio Verni, lo zio di Pamela Mastropietro, si è inginocchiato di fronte all’albero sui cui è inciso il nome della nipote, uccisa nel 2018 da un pusher nigeriano a Macerata. L’uomo chiede maggiore attenzione per il caso della nipote, ma spiega: “Voglio lanciare un segnale, che tutte le vite sono importanti“.

Le parole dello zio di Pamela Mastropietro

Mentre negli Stati Uniti (ma non solo) continuano le manifestazioni per ricordare chiedere giustizia per George Floyd, anche lo zio di Pamela Mastropietro si è inginocchiato davanti al pino marittimo che si erge tra le palazzine di via Spalato, a Macerata, dove sua nipote nel 2018 è stata uccisa dal pusher nigeriano Innocent Oseghale, condannato all’ergastolo.

Un gesto simbolico che Marco Verni ha voluto spiegare ai colleghi de Il Giornale in un’intervista “Tutte le vite dovrebbero essere ritenute importanti. Non solo alcune, a seconda della convenienza politica, mediatica o di altra natura“.

Consapevolezza

Lo zio di Pamela ha commentato il successo mediatico ottenuto dal caso Floyd nelle piazze italiane: “Rispetto chi manifesta per lui. Anche io ho trovato assurda la sua morte. Anzi, uccisione. Certo, mi sarebbe piaciuto vedere la stessa mobilitazione per mia nipote e per denunciare altre vicende orrende. E aggiuge in merito alla nipote :”In Italia la storia di Pamela non ha sortito lo stesso effetto perché è la sintesi di diverse tematiche scomode per una certa cultura, la stessa che adesso spinge le folle nelle piazze.”

Morti scomode

Verni ne approfitta per introdurre la questione dei migranti in Italia, fenomeno che rendono casi come quelli di Pamela “scomodi”: “L’immigrazione irregolare prima di tutto. È un fenomeno sul quale lucrano in tanti, spesso nascondendosi dietro al dovere umanitario di accogliere chi ha bisogno. Un principio che, se fosse diretto ad offrire protezione a chi veramente fugge dalle guerre, sarebbe sacrosanto. Peccato però che attraverso i flussi migratori, gestiti da vere e proprie organizzazioni criminali transnazionali, arrivino anche tanti delinquenti, con tutto quello che ne consegue in termini di violenza e degrado sociale”

Molti hanno paura di essere tacciati di razzismo anche solo affermando questa veritàprosegue lo zio di Pamela- eppure le prime vittime spesso sono proprio i migranti, trattati alla stregua di vera e propria merce di scambio o, per meglio dire, di schiavi“.

Lo zio di Pamela: “All lives matters”

In conclusione, commenta la diversa reazione al caso della nipote, con la speranza che in un futuro non così lontano a ogni vita sia attribuita la giusta importanza: “Purtroppo qui da noi, rispetto ad una ragazza violentata, uccisa con due coltellate, depezzata chirurgicamente, scarnificata, esanguata, asportata di tutti i suoi organi interni, ha fatto quasi più scalpore l’uovo lanciato nell’occhio delle discobola Daisy Osakue. Sogno il giorno in cui ci si inginocchierà per qualsiasi vita ingiustamente portata via da questa terra, secondo il concetto che all lives matter.”