Sembra che il buon senso, alla fine, abbia prevalso. La Regione Lombardia e il Policlinico hanno confermato, come da contratto, che pagheranno gli alloggi e garantiranno la copertura dei costi fino al 31 luglio a Oss e infermieri fuori regione che hanno prestato servizio in Fiera a Milano dopo l’iniziale sospensione dei fondi avvenuta negli ultimi giorni.
Sono stati tanti gli infermieri fuori regione che, con alto senso del dovere e spirito di sacrificio, sono accorsi a salvare e curare la vita degli Italiani durante i duri mesi del Covid19 in Italia. Da alcuni giorni, però, molti infermieri e operatori socio sanitari sono stati chiamati a saldare il conto delle camere d’albergo. Motivazione? La Regione Lombardia li sfratta, smettendo di coprire le loro spese d’alloggio nonostante il contratto scada a fine luglio.
Eroi già dimenticati?
Nei mesi caldi della pandemia, ci fu una vera e propria chiamata alle armi di infermieri e Oss in Lombardia, e con tanto di telecamere e reportage si coprì la notizia mostrando immagini di giovani e meno giovani provenienti da ogni parte d’Italia, soprattutto dal Meridione, combattere il male oscuro e di sera rincasare negli hotel gratis per gli infermieri che la Regione Lombardia aveva messo loro a disposizione. Per soccorrere la moltitudine di contagiati, Palazzo Lombardia aveva dato ordine di costruire il Covid Ospedale Fiera di Milano (per molti considerato un flop) e stipulato contratti con il personale sanitario.
Malgrado a Milano e dintorni imperversi ancora il contagio, anche se con stime più basse, sembra che la presenza di infermieri e Oss fuori sede risulti in alcuni casi ‘di troppo’, come se il peggio fosse passato e il Covid19 non abbia mietuto vittime tra gli stessi ‘angeli dell’emergenza’.
Ma oggi che il numero di contagiati è inferiore rispetto a qualche mese fa e l’Ospedale in Fiera a Milano non serve più, Palazzo Lombardia ringrazia e saluta gli infermieri eroi dimenticati decidendo che il personale sanitario deve cavarsela da solo. Infermieri e Oss hanno preteso e rivendicato un contratto che ha valenza fino al 31 luglio. Un diritto sacrosanto per il quale, a fine maggio, il comparto del personale sanitario è sceso in piazza a Montecitorio in segno di protesta e per tenere alta la guardia sull’annoso tema assunzioni