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Incidente Zanardi, perché la strada non era chiusa?

Incidente Zanardi, perché la strada non era chiusa

La strada in cui è avvenuto l'incidente Zanardi non era chiusa al traffico, indagini in corso da parte della Procura di Siena.

L’incidente Zanardi è avvenuto durante una corsa su di una strada che non era chiusa al traffico, perché? La stessa Procura di Siena sta indagando sulla motivazione, interrogando anche gli organizzatori: secondo loro era una corsa informale che non necessitava di particolari permessi.

Zanardi: perché la strada non era chiusa?

La corsa, chiamata “Obiettivo Tricolore”, era organizzata da Obiettivo3, associazione sportiva che promuove lo sport per disabili, e si è svolta sotto forma di staffetta in due settimane. Partenza dai confini con la Svizzera e arrivo a Santa Maria di Leuca, con oltre 50 atleti paralimpici come partecipanti.

Proprio la natura dell’evento, sembra che le strade da percorrere non dovessero osservare chiusura. Di questo avviso è la Federazione Ciclistica Italiana (FCI), che patrocinava la staffetta: “Era una delle tante pedalate, fra virgolette, che si fanno sulla strada aperta, con la presenza del traffico, il cui unico limite è il rispetto del codice della strada”, ha detto a Radio Capital Roberto Sgalla, ex prefetto e Presidente della commissione direttori di corsa sicurezza della FCI.

È giallo sull’incidente

Ora bisogna capire se Obiettivo Tricolore fosse un evento ufficiale o meno, di conseguenza se fosse necessario ottenere permessi e autorizzazioni particolari per lo svolgimento di questo.

“Ci era stato comunicato solamente via Facebook che si sarebbe tenuto un saluto istituzionale in piazza”, ha detto Manolo Garosi, sindaco di Pienza, ad una televisione locale, “Ma poi ci hanno anche successivamente comunicato, sempre tramite il social network, l’annullamento di questo momento per motivi di ritardo sulla tabella di marcia della manifestazione”.