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De Maria: "Troppi contagi, Lombardia rischia seconda ondata"

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L'allarme dell'Università di Genova: "In Lombardia si rischia una seconda ondata prima del tempo".

Una seconda ondata di contagi da Coronavirus in Lombardia. In molti stanno sottovalutando la presenza del Covid: è questo, in soldoni, il pensiero di Andrea De Maria, infettivologo dell’Università di Genova, a capo di una ricerca che evidenzia come il numero di asintomatici sia ancora troppo elevato. “Rappresenta il serbatoio per la seconda ondata di Coronavirus – rivela l’esperto a La Repubblica -, non si tratta di un allarme ma è importante innalzare il livello d’attenzione”.

De Maria, insieme a Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sistemi complessi nello stesso ateneo, e all’esperto di sviluppo di modelli software Agostino Banchi, dell’Università di Genova, ha elaborato un sistema matematico per analizzare i dati sul contagio da Coronavirus.

Seconda ondata in Lombardia

A preoccupare, in particolar modo, è il continuo aumento di casi da Covid-19 in Regione Lombardia durante il mese di maggio-giugno. Perché, con un innalzamento delle temperature, ci si aspettava un abbassamento del numero di contagi. “Se ci si concentra sulla Lombardia e al Nordovest, si vede che rispetto alla discesa prevista dal nostro modello si assiste a un tendenziale aumento dei casi”. Di fronte alla discrepanza tra andamento previsto e numeri reali, De Maria evidenzia: “Se i casi sono così tanti ora che le temperature sono alte, cosa succederà in autunno quando il termometro scenderà sotto i 14 gradi?”.

E il modello elaborato dall’Università di Genova ha già avuto ragione una volta: tra il 25 e il 27 marzo ha individuato quello che è stato considerato il picco di contagi da Coronavirus nella fase 1. “Lo abbiamo anticipato di 20 giorni rispetto a quando avvenuto”.

Il collega Tonelli, invece, evidenzia: “Le elaborazioni ci dicevano che a fine giugno avremmo contabilizzato tra i 34.000 e i 36.000 decessi: oggi siamo a 34.600. Ora quegli stessi algoritmi ci dicono che se la situazione corrente dovesse mantenersi si potrebbe avere una estensione dei contagi, molti dei quali asintomatici o paucisintomatici, che aumenterebbe pericolosamente la base dell’infezione prima dell’autunno”.