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Coronavirus in Lombardia: 93.261 casi totali e 7 morti in più

raffaele-cattaneo

Regione Lombardia ha reso noto il bilancio dell'emergenza coronavirus aggiornata a mercoledì 24 giugno, che aumenta di 88 nuovi positivi e 7 morti.

Come di consueto gli amministratori regionali della Lombardia hanno diramato il bilancio dell’emergenza coronavirus in Lombardia aggiornato a mercoledì 24 giugno. Rispetto giornata precedente sono stati registrati 88 casi positivi, 7 decessi e 758 guarigioni/dimissioni, che portano il totale complessivo dall’inizio della pandemia nella regione a 93.261 contagi, 16.586 morti e 64.448 guariti. Nella giornata di oggi si segnalano inoltre le province di Lecco e Sondrio in cui non sono stati registrati nuovi casi positivi nelle ultime 24 ore.

Coronavirus, il bilancio in Lombardia

Assieme alle statistiche generali sono stati riportati i dati dei contagi riferiti alle singole province, con la città metropolitana di Milano che si conferma ancora in testa con i suoi 24.239 casi, con 10.321 casi nella sola metropoli meneghina: seguono Brescia e Bergamo, rispettivamente con 15.519 e 14.192 casi, poi troviamo Cremona con 6.590, Monza con 5.741, Pavia con 5.549, Como con 4.070, Varese con 3.877, Lodi con 3.565, Mantova con 3.457, Lecco con 2.820 e infine Sondrio con 1.569 casi di coronavirus. Nel complesso continuano a calare i casi attualmente positivi, che nelle ultime 24 ore hanno perso 62 unità raggiungendo i 12.903 pazienti.

A commentare il dati diffusi nel pomeriggio del 24 giugno è intervenuto come di consueto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, che ha dichiarato: “I dati di oggi si qualificano per un ulteriore, sensibile calo dei pazienti ricoverati nei reparti di degenza dei nostri ospedali che si attestano a quota 692 (218 in meno di ieri). I pazienti in terapia intensiva sono 48, 3 in meno rispetto all’ultima rilevazione. I nuovi casi positivi sono 88, 17 dei quali sono determinati da positività al test sierologico. La nuova catalogazione dei positivi introdotta dal Ministero della Salute, che prevede una distinzione fra i casi identificati a seguito di attività di screening e quelli dovuti a sospetto diagnostico, va proprio nella direzione delle richieste formulate nei giorni scorsi da Regione Lombardia all’Istituto Superiore di Sanità e confortate dalle indicazioni della Comunità scientifica.