> > Individuato l'orso che ha aggredito padre e figlio: ora sarà abbattuto

Individuato l'orso che ha aggredito padre e figlio: ora sarà abbattuto

orso trentino

È stato individuato l'orso che il 22 giugno aggredì padre e figlio sul Monte Peller, in Trentino. Iniziate le operazioni di abbattimento.

È stato finalmente individuato l’orso che lo scorso 22 giugno ha aggredito padre e figlio sul Monte Peller, nella provincia autonoma di Trento. L’animale, di sesso femminile anche se non ancora chiaro se con cuccioli al seguito, sarà abbattuto secondo quanto stabilito dall’ordinanza firmata dallo stesso presidente della provincia autonoma Maurizio Fugatti, che qualche giorno fa aveva dichiarato: È un fatto gravissimo che impone di agire per tutelare l’incolumità delle persone. Nelle prossime ore informerò il ministro dell’Ambiente Costa delle azioni che intendiamo mettere in campo”.

Aggressione in Trentino, individuato l’orso

Secondo le informazioni riportate dall’unità di ricerca di genetica e conservazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, che ha individuato l’orso nella giornata dopo due settimane di ricerche, l’animale avrebbe 14 anni di età e sarebbe noto alle autorità con il nominativo di Jj4.

Stando a quanto affermato dall’assessore all’Agricoluta della provincia autonoma di Trento Giulia Zanotelli, l’animale è stato individuato grazie alle tracce di Dna recuperate dall’abbigliamento delle due persone aggredite. Con l’individuazione dell’orsa sono pertanto iniziate le operazioni di abbattimento, nonostante il parere contrario del ministro dell’Agricoltura Sergio Costa : “La mia posizione è sempre stata la stessa, e non è cambiata: gli orsi non si uccidono! Il tema dell’abbattimento degli animali è molto complesso e va analizzato in un modo molto ampio e scientifico.

Orso aggredisce padre e figlio

Sulle colonne de La Repubblica fu Christian Misseroni, 28 anni, ad aver così raccontato quanto accaduto: “Un istante, due salti e l’orso mi è stato addosso. Rugliava in modo spaventoso, con una zampata ha gettato a terra anche mio padre e gli è saltato sopra. Gridavamo disperatamente e ci proteggevamo con scarponi e gambe. Ho pensato: adesso ci ammazza tutti e due. L’animale invece si è fermato un attimo e si è alzato sulle zampe posteriori. Eravamo già in un lago di sangue, ma siamo riusciti a scivolargli via da sotto il ventre. Lui si è girato ed è sparito nel bosco”.

Il padre Fabio aveva invece avuto la peggio. Macellaio, 59 anni, vivo per miracolo e con il perone destro spezzato in tre punti: “Ancora mi chiedo perché ci abbia risparmiato. Ha attaccato per uccidere: invece, dopo una lotta di un paio di minuti, ha rinunciato. Se era una femmina ha seguito i cuccioli, certa di averli messi al sicuro. Se era un maschio, è stato spaventato dalla nostra reazione. Due certezze: una persona sola sarebbe stata sbranata e in ogni caso siamo vivi per miracolo”.

Il drammatico racconto

Quando ha visto il figlio essere aggredito dall’orso, papà Fabio non ci ha pensato un attimo: “Mi sono buttato a mani nude contro la bestia. È stata la disperazione di vedere mio figlio sbranato. L’orso l’ha mollato subito, ma si è scagliato contro di me. Altro che un toro ferito: mai visto una furia simile”.

È dovuto intervenire il figlio questa volta: “Ha cercato di sollevarlo piantandogli una gamba nel ventre, ma una zampata gli ha frantumato il perone. Altre unghiate gli hanno aperto braccio e mani. Ancora un colpo e lo uccideva. Allora mi sono alzato: ho cominciato a urlare e ad agitare le braccia sopra la mia testa per sembrare più grande”.

“L’orso ha avuto un’esitazione – racconta ancora scosso Fabio – sorpreso dalle grida e dalla nostra resistenza. Ha smesso di colpirmi, si è alzato in piedi e sono riuscito a respirare. Mio figlio mi ha preso per un braccio e mi ha trascinato via, da sotto le sue zampe. Questa volta è stato lui a salvare la vita a me“.