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Tangenti per gli appalti del Consorzio autostrade, interviene la Dia

Autostrada A11 chiusa

Tangenti per gli appalti del Consorzio autostrade a Messina, interviene la Dia: "Irregolarità nei lavori ".

Tangenti per gli appalti del Consorzio autostrade a Messina. Interviene la Dia: “Irregolarità nei lavori per la messa in sicurezza di viadotti e gallerie”.

Scoperte tangenti a Messina

Avevano creato un sistema per pilotare gli appalti riguardanti la messa in sicurezza della Messina-Palermo e della Messina-Catania, ma sono stati smascherati dalle indagini della Dia di Messina. Al centro del ciclone finiscono alcuni funzionari e imprenditori del Consorzio autostrade siciliane che individuavano ditte specifiche chiedendo alte tangenti: le aziende che si aggiudicavano i lavori assumevano finalmente amici e familiari dei funzionari del Cas. Queste le vicende emerse dalla procura diretta da Maurizio de Lucia, che ha coordinato le inchieste presentando nella mattina di venerdì 26 giugno tre misure cautelari nei confronti di due funzionari dell’Ente e di un imprenditore milanese. Finito agli arresti domiciliari anche Angelo Puccia, di 60 anni, che all’interno del Consorzio era stato responsabile unico di alcuni procedimenti e direttore dei lavori, e che ad oggi è consigliere comunale a Castelbuono (Palermo) Alfonso Edoardo Schepisi, di 68 anni, e altro funzionario del Cas, è stato sospeso dal servizio mentre per l’imprenditore Fabrizio Notari, di 62 anni, e rappresentante legale della “Notari Luigi spa”, è scattato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione. Tra i numerosi reati contestati agli indagati sono inclusi quello per corruzione, falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale in atto pubblico di concorso, turbativa d’asta, tentata truffa aggravata in concorso, induzione indebita a dare a o promettere utilità e corruzione. Coinvolti nell’indagine altri cinque imprenditori.

L’indagine della Dia

Sotto l’occhio della Procura e della Dia sono finiti alcuni dei principali lavori effettuati negli ultimi due anni che il Gip di Messina ha definito “già drammaticamente e notoriamente afflitti da gravi carenze strutturali”. Tratti che hanno spinto, anche a seguito di drammatici incidenti, ad aprire un’inchiesta giudiziaria sull’esecuzione stessa dei lavori. L’appalto per la messa in sicurezza delle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando” della A-20 Messina-Palermo venne aggiudicato dall’associazione temporanea di imprese “Luigi Notari spa-Costruzioni Bruno Teodoro spa”, nonostante un’offerta “anormalmente bassa” con base d’asta di 25 milioni. Pucci – all’epoca Rup – e Schepisi avevano attestato che l’offerta era “attendibile e affidabile e che le giustificazioni documentate erano sufficienti ad escludere l’incongruità dell’offerta”. Al cambio alcuni familiari e amici dei due funzionari vennero assunti nell’azienda di Notari. Truccati inoltre anche l’appalto per il ripristino dell’asfalto drenante del viadotto Catalano sulla Messina-Palermo e quello lungo la Messina-Catania per la riapertura della galleria Sant’Alessio. Per quest’ultimi lavori Pucci era il direttore: “Piuttosto che preoccuparsi della corretta realizzazione delle opere – ha scritto la Dia – sfruttava in maniera insistente il proprio ruolo per propiziare l’assunzione di un suo uomo di fiducia presso i cantieri del subappaltatore”.