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Covid, il report dell'Iss: "Indice Rt in aumento in 12 Regioni"

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Indice Rt in aumento in 12 Regioni, per questo l'Iss alza l'allerta: "Non è finita".

Allentare le misure restrittive proprio adesso, pensare che l’epidemia da Coronavirus sia finita, sarebbe un grosso errore. Lo ribadisce, ancora una volta, l’Istituto Superiore di Sanità che nel report di venerdì 26 giugno evidenzia come l’indice Rt – ovvero quel coefficiente che negli ultimi 40 giorni ha consentito il passaggio dal lockdown alla fase 3 – sia in aumento in 12 Regioni.

A preoccupare, nello specifico, sono la Regione Lazio – a causa del focolaio al San Raffaele ormai rientrato – dove l’Indice Rt è sopra a 1 (considerato limite critico), a 1,24. Ma anche l’Emilia-Romagna e la Lombardia superano il limite e si assestano a 1,01. Seppur in aumento in ben 12 Regioni, comunque, l’Indice Rt non preoccupa finché non supera il livello 1.

Indice Rt in aumento in 12 Regioni

Si tratta di un indicatore che va contestualizzato nei restanti 21 per misurare il grado di ‘presenza’ del Covid. Può festeggiare – ma senza assembramenti – la Regione Umbria che invece è ferma a 0 mentre la Toscana, che dista solo pochi chilometri, ha un indice pari a 0,96. I dati che ogni settimana, al venerdì, vengono diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità, sono di fondamentale importanza perché consentono di capire quali sono gli effetti della riapertura del 3 giugno e conseguente via libera agli spostamenti tra Regioni.

L’Iss, comunque, in merito all’aumento dell’Indice Rt, evidenzia come la pandemia sia tutt’altro che finita. “La situazione è buona nel Paese e l’indice Rt sotto 1 su scala nazionale, con differenze fra regioni nell’incidenza. Focolai, anche di una certa rilevanza, indicano che il virus in determinati contesti è in grado di circolare anche rapidamente. Ciò induce a tenere comportamenti adeguati e a identificare e contenere prontamente i focolai come attualmente si sta facendo”.