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Morte Vannini, la sue parole nell'audio: "Ti prego basta, mi fa male"

Marco Vannini audio

Grazie al lavoro di esperti, sono state rielaborate le parole pronunciate da Marco Vannini la sera della morte: "Ti prego basta, portami il telefono".

La morte di Marco Vannini merita giustizia, eppure non mancano i dubbi sull’omicidio perpetrato. Mentre ci si logora per la consapevolezza che Marco sarebbe ancora in vita se solo i soccorsi fossero stati prontamente avvisati, i genitori del ventenne di Ladispoli chiedono giustizia. La loro vita prosegue inesorabile, vuota senza il loro Marco. A farli andare avanti c’è solo la sete di giustizia. Gli anni passano e mancano risposte certe, sentenze definitive. La madre ha persino scritto un libro sulla vita del figlio morto in circostanze misteriose. Rancore, odio e sentimenti infidi hanno portato alla sua morte. Intanto un team di esperti ha ricostruito le parole di Marco Vannini: in un audio rielaborato si sentono le strazianti grida di dolore e le sue richieste di aiuto.

Marco Vannini, le sue parole in un audio rielaborato

“Ti prego basta, mi fa male, portami il telefono”. Poche, strazianti, parole pronunciate da Marco Vannini poco prima di morire. Era la notte del 17 maggio 2005. A “Quarto Grado” sono stati mostrati i nuovi sviluppi. Grazie alla società “Emme team”, un gruppo di esperti italiani e statunitensi, è stato possibile pulire l’audio della telefonata di Antonio Ciontoli al 118, ripristinando le frasi di Marco, finora apparse a tratti confuse e poco chiare. Per la prima volta l’audio rielaborato è stato fatto sentire.

Nella registrazione ripristinata, si sentono le lamentele e le richieste di aiuto di Marco. Si rivolgeva alla sua fidanzata, Martina Ciontoli, la quale, tuttavia, pare non abbia avuto alcuna compassione per lui.

“Dov’è il telefono, portamelo, portami il telefono. Mi fa male, mi fa male il braccio, ripeteva sofferente. Martina provava solo a calmarlo: “Basta, basta”. L’8 luglio inizia il processo d’appello per la famiglia Ciontoli: lo scorso febbraio, la Cassazione ha accolto la richiesta della Procura Generale affinché venisse rifatto il processo. Nuove prove, come la pulizia di questa telefonata, potrebbero permettere ulteriori passi in avanti, aprire nuove prospettive di indagini e cambiare ulteriormente gli scenari.