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Sartoria vende costumi "solo per corpi perfetti": bufera sui social

Sartoria costumi corpi perfetti

Fa discutere il post pubblicato da una sartoria relativo alla vendita di costumi "solo per corpi perfetti": l'azienda ne ha spiegato il significato.

É bufera sui social network a causa di un post pubblicato dall’Antica Sartoria by Giacomo Cinque che annunciava la vendita di costumi “solo per corpi perfetti. L’amministratore dell’attività si è scusato per quello che ha definito un errore di comunicazione e chiarito la posizione dell’azienda.

Sartoria vende costumi solo per corpi perfetti

Fatti solo S per corpi perfetti!! Non chiedeteci la M che non possiamo accontentarvi, sarebbe uno scandalo!“. Questo il messaggio pubblicato sulla pagina Facebook che ha immediatamente scatenato le ire degli utenti. Tra questi anche persone che raccontavano di aver dovuto lottare contro disturbi alimentari e la discriminazione che ne derivava per avere un corpo ritenuto “imperfetto”.

Post Facebook Antica Sartoria

A nulla è servito cancellare il post dopo pochi minuti: gli screenshot erano già diventati virali e visibili a tutto il web. “Internet è così: quando si commette un errore si paga, e noi l’abbiamo commesso“, ha riconosciuto Riccardo Ruggiti, amministratore dell’Antica Sartoria by Giacomo Cinque. Intervistato da Fanpage.it ha voluto sottolineare che quella che si evince da quelle parole non è l’idea dell’azienda, che si è dichiarata contro il body shaming e produce vestiti per tutte le taglie, dalla 30 alla 60. L’espressione “corpi perfetti”, ha chiarito, era riferito soltanto alla visibilità.

Il costume raffigurato nella foto, ha spiegato, ha una taglia one size per una vestibilità da una 40 e una 42. E quindi, per quello specifico caso, proporre una taglia diversa sarebbe stato, a suo dire, uno scandalo. “Ma non perché sia uno scandalo una persona che indossa la 50. Quel costume ha una formula studiata per esibire delle precise parti del corpo, per ragazze che hanno una determinata tipologia di forme. Ma solo quel capo. Non si può associare la comunicazione di un costume ad una visione aziendale“, ci ha tenuto a sottolineare.

Ribadendo di essere contro qualsiasi ridicolizzazione del corpo, ha affermato che se dovesse riscrivere quel post parlerebbe di costume per feste in discoteca e per persone stravaganti. Senza quindi la parola “corpi perfetti“, che può essere male interpretata e che a suo dire è relativa. E che, in riferimento a quello specifico costume, è quello di “una ragazza con un seno importante e una vita strettissima“. Ha quindi concluso riconoscendo che il post è stato scritto male ed è stato decontestualizzato. Per questo l’azienda si scusa con chi si è sentito giustamente offeso.