Roberto Rigoli sostiene che il Coronavirus sia meno infettivo: “I dati sono questi. Osserviamo anziani positivi al che non finiscono più in ospedale. Questo ci fa supporre che il ceppo sia meno virulento“, ha dichiarato. Direttore di Microbiologia a Treviso e vicepresidente nazionale dell’associazione Microbiologi clinici italiani, il professore appoggia la tesi del virologo Alberto Zangrillo.
Roberto Rigoli sul Coronavirus
Secondo Rigoli, i nuovi focolai di Coronavirus non dovrebbero allarmare più di tanto, essendo abbastanza contenuti: “Questi sono micro e arrivano dall’estero. Dobbiamo avere un’organizzazione ancora più efficiente. Aggredirli subito con i tamponi”, ha spiegato durante un’intervista per Il Giorno.
Il professore ha firmato il manifesto anti-allarmismi, sostenendo che le rianimazioni si siano svuotate dopo un periodo di piena e che i positivi ora abbiano una carica virale bassa. “Probabilmente ci sono virus diversi. Se lo diciamo, si arrabbiano tutti perché non è ancora dimostrato”, ha dichiarato.
Il manifesto contro Zangrillo
Di opinione opposta diversi virologi tra i quali Massimo Galli, in prima linea contro la tesi avvalorata dal collega Zangrillo. Secondo loro, infatti, non ci sarebbero prove scientifiche sulla ridotta virulenza del Coronavirus e non bisognerebbe affatto abbassare la guardia.
“Quando incontra contesti in cui possono essere coinvolti anziani o pazienti a rischio è in grado di causare danni di estrema gravità del tutto simili a quelli che ha fatto all’inizio dell’epidemia“, sostiene il gruppo che ha firmato un vero e proprio manifesto. Il loro timore, reale, è che la popolazione non rispetti le norme anti contagio, a seguito delle affermazioni di Zangrillo e altri scienziati.