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Positivo al Coronavirus dopo viaggio in Albania: paura a Prato

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Controlli a tappeto per chi ha viaggiato con il 34enne risultato positivo al Coronavirus a Prato dopo il rientro dall'Albania.

Un tranquillo ritorno a casa per poter salutare i familiari che non vedeva da tanto tempo. Peccato, però, che al suo ritorno si sia realizzato il peggior incubo: ha contratto il Coronavirus. Paura a Prato dove un uomo di 34 anni è risultato positivo dopo essere ritornato da un viaggio in Albania. Adesso, come da procedura, sono scattati i controlli su chi ha viaggiato con lui: il 34enne è rientrato in Toscana con un volo sbarcato a Firenze e partito da Tirana.

L’uomo, 34 anni, nazionalità albanese ma residente a Prato insieme a moglie e figlio, spiega di essersi subito messo in isolamento al pervenire dei sintomi riconducibili alla malattia. Nel frattempo le sue condizioni di salute si sono aggravate, così è scattato il tampone che ha dato esito positivo al Covid. “Abbiamo constatato la positività del ragazzo al Coronavirus dopo il suo rientro in Italia con un volo aereo”, ha spiegato Renzo Berti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana Centro.

Coronavirus a Prato: positivo dopo viaggio

Come fanno sapere dall’Asl territoriale, è in corso “una serie di accertamenti e siamo in attesa degli esiti dei tamponi effettuati sui suoi familiari in Italia, moglie e figlio. Allo stesso tempo stiamo portando avanti una indagine necessaria a ricostruire tutti i suoi contatti”. Il Dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana Centro provvederà, inoltre, a contattare il Ministero della Salute per segnalare la presenza del cittadino albanese sul volo aereo che l’ha riportato in Italia in modo che possano essere rintracciati tutti coloro che hanno viaggiato con lui.

Per l’Asl territoriale, inoltre, il caso del 34enne positivo al Coronavirus dopo il viaggio in Albania non fa altro che confermare la bontà della decisione del Governatore Rossi di firmare una nuova ordinanza “con la quale mette nero su bianco le regole che servono ad affrontare certe situazioni critiche, in particolare quando ci si trova di fronte a condizioni di sovraffollamento familiare, fattore di rischio per il propagarsi dell’infezione da Covid-19”.