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Terni, due ragazzi morti nel sonno: lo spacciatore ha confessato

Ragazzi morti a Terni, lo spacciatore confessa

Svolta nel caso dei due ragazzi di Terni morti nel sonno: lo spacciatore ha confessato di aver dato loro metadone. Cosa sappiamo.

Svolta nel caso dei due ragazzi morti nel sonno a Terni, dopo la confessione dello spacciatore. L’uomo, un 41enne fermato dai Carabinieri ieri 7 luglio, ha confessato di aver dato ai due minorenni un mix di sostanze rivelatesi letali.

I due ragazzi morti nel sonno a Terni

Si chiamavano Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi e avevano rispettivamente 15 e 16 anni. Il pusher che ha venduto loro le sostanze stupefacenti ha confessato di aver preparato del metadone. Con lui anche l’avvocato, Massimo Carignani. Il legale ha assicurato che l’uomo ha ammesso le sue responsabilità: “Ha confessato ed è stato collaborativo. È distrutto e credo che vada controllato a vista perché potrebbe compiere gesti estremi“. Lo spacciatore, fermato dagli agenti, è ora nel carcere di Sabbione. Il 9 luglio è prevista l’udienza di convalida del fermo davanti al giudice.

I ragazzi di Terni: morti per metadone

Presuttari e Alonzi sono scomparsi nelle loro abitazioni. Stando alle ricostruzioni dei loro amici, i due stavano già male prima di tornare a casa. Quando sono giunti i sanitari del 118 nelle loro abitazioni, è stato solo possibile constatare il decesso. All’inizio, non si spiegava la natura improvvisa della loro morte: poi si è capito che la causa è nel metadone.

Morti nel sonno: il lato giovane della tossicodipendenza

Il caso dei due adolescenti ha scosso la città di Terni. Come ha rilevato il procuratore Alberto Liguori, il fermo dell’uomo è stato possibile grazie al coinvolgimento degli amici delle due vittime. I coetanei hanno riferito che i due giovani stavano male al punto che non riuscivano a giocare a calcetto. Liguori ha, inoltre, sottolineato la preoccupante conoscenza delle sostanze tossicodipendenti da parte dei giovani: “Questa cosa è allarmante. Ho scoperto da loro che la codeina ha un colore violaceo, invece il metadone è biancastro. È preoccupante che i ragazzi abbiano questo tecnicismo” ha detto il procuratore.

Il caso è anche l’occasione per fare il punto sulle responsabilità degli adulti: “Abbiamo una responsabilità collettiva per quello che è accaduto. Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere” ha concluso Liguori in conferenza stampa.