Rimane a bassa criticità il quadro generale della trasmissione del coronavirus in Italia, nonostante l’emersione di numerosi nuovi focolai in tutto il Paese che hanno fatto lievitare l’indice di contagio Rt in alcune regioni. È questo quanto riportato dall’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute, che prende in considerazione i dati raccolti dal 29 giugno al 5 luglio.
Lieve aumento per l’indice Rt
Secondo quanto affermato nel bollettino del Ministero della Salute, l’andamento della pandemia in Italia si mantiene sotto controllo: “A livello nazionale, si osserva una lieve diminuzione nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, con Rt nazionale < 1, sebbene lo superi nel suo intervallo di confidenza maggiore”.
Di seguito sono stati inoltre riportati i valori dell’indice di contagio Rt all’interno delle singole regioni italiane, con un andamento che va dall’indice 0 della Basilicata all’1,2 di Veneto ed Emilia-Romagna. I valori Rt regione per regione sono dunque: Abruzzo: Rt 0.72, Basilicata: Rt 0, Calabria: Rt 0.38, Campania: Rt 0.88, Emilia Romagna: Rt 1.2, Friuli-Venezia Giulia: Rt 0.64, Lazio: Rt 1.07, Liguria: Rt 0.82, Lombardia: Rt 0.92, Marche: Rt 0.87, Molise: Rt 0.21, Piemonte: Rt 1.06, Bolzano: Rt 0.33, Trento: Rt 0.51, Puglia: Rt 0.54, Umbria: Rt 0.56, Sardegna: Rt 0.19, Sicilia: Rt 0.24, Toscana: Rt 1.12, Valle d’Aosta: Rt 0.06, Veneto: Rt 1.2.
Il commento di Giovanni Rezza
I dati del Ministero della Salute sono stati in seguito commentati dal direttore generale Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza, che collega l’aumento dell’indice Rt nelle regioni Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte all’insorgere di focolaio di coronavirus o da casi importati dal’estero: “Sebbene per ora l’Rt a livello nazionale rimanga di poco al di sotto dell’unità in diverse regioni ha superato quota 1. Ciò è dovuto in diversi casi al verificarsi di focolai di rilevanza più o meno grande che in parte sono dovuti all’importazione di infezioni dall’estero. Questo induce naturalmente a rafforzare le misure di distanziamento sociale che è opportuno tenere, pur sapendo che il sistema sanitario nazionale è in grado di identificare rapidamente questi focolai e contenerli”.