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Paziente positivo attende la terapia oncologica: la storia di Alberto

paziente positivo attende terapia oncologica

Si complicano le condizioni di Alberto, paziente 53enne positivo al Covid e in attesa della terapia oncologica all'Ospedale del Mare.

Preoccupano le condizioni di Alberto, paziente di 53 anni risultato positivo al coronavirus che ancora attende la terapia oncologica. Mentre i ricercatori del Ceinge di Napoli hanno isolato un ceppo della sequenza genetica del Covid-19, dall’Ospedale del Mare arriva la drammatica storia di Alberto.

Paziente positivo attende la terapia oncologica

La vicenda vissuta da Alberto è stata raccontata dalla Repubblica, che ha denunciato l’accaduto. Solo dopo la pubblica denuncia, il paziente contagiato al Cardarelli è stato operato. Si tratta di un 53enne che da due mesi è solo e senza cure. L’uomo è semi-paralizzato e il suo quadro clinico è in peggioramento.

Alberto ha un linfoma non Hodgkin, ma ad aggravare la sua condizione di salute è stato il coronavirus. Il paziente è ricoverato dal 9 maggio nel Covid center dell’Ospedale del Mare. La Repubblica si è fatta carico della storia del musicista 53enne, al quale non vengono garantite le cure e l’assistenza necessarie. A raccontarlo e a chiedere aiuto è la moglie Raffaella, madre dei suoi due figli. Il “paravento”, come lo definisce la donna, con il quale si cerca di giustificare e nascondere la disorganizzazione della Asl è sempre lo stesso: il paziente è positivo (anche se asintomatico) al Covid-19. Il virus sembra abbia la priorità e così il suo tumore sta passando in secondo piano. Eppure non si arresta. Al contrario, Alberto è in fase di peggioramento e neppure riesce a mangiare. Per eseguire la biopsia e valutare la natura della massa cerebrale ci sono voluti 40 giorni ed è stata necessaria persino una diffida di un legale.

“Solo dopo la denuncia di Repubblica lo hanno operato”, fanno sapere dalla Repubblica. È il 18 giugno quando l’équipe neurochirurgica, guidata da Giuseppe Catapano, rimuove la lesione di cui non si conosceva la natura. La massa è poi arrivata in Anatomia patologica, dove è stata confermata la metastasi. Nonostante le condizioni di Alberto siano di primaria importanza e massima urgenza, l’Ematologia dell’Ospedale del Mare non decide.

Il racconto della moglie

“All’inizio mi dissero che bisognava aspettare l’evoluzione del post-operatorio. Della situazione di Alberto avevo informato il primario del Cardarelli, Felicetto Ferrara, che lo segue dall’esordio della malattia e a cui era stato inviato il referto istologico. Ferrara restò di sasso quando seppe che Alberto era ancora lì, nel Covid center, convinto che fosse stato dimesso”, ha spiegato la moglie Raffaella. “Comunque, sulla scorta delle analisi, consigliò di intraprendere quanto prima un protocollo terapeutico. Da quel momento in poi, i contatti tra i due si interruppero, non so la ragione di questo stop comunicativo”, ha fatto sapere.

“So che la situazione sta precipitando, anche la paralisi non dà segni di miglioramento e io temo il peggio, come pure lui che ormai ha perso ogni fiducia. Sono tornata dalla primaria a sollecitare l’inizio di una terapia, ma continua a rispondere che sarebbe pericoloso ipotizzare adesso un protocollo terapeutico, ha riferito la donna. Lei sta facendo di tutto per il marito. Infatti, ha commentato: “Eppure mi sono informata, ho avuto da Ferrara anche i nomi dei tre farmaci per la chemio, e se anche non la potesse fare, ci sarebbe la radioterapia che sembra indicata in alternativa”. Quindi ha fatto sapere:Sono andata dall’avvocato: questa non è assistenza. Gli negano le cure, non hanno contenuto la lesione, è peggiorato. Potrebbero esserci danni permanenti. Certo, sono malattie del cui esito non si è mai sicuri, ma il linfoma, in molti casi è curabile, lo conferma la comunità scientifica. Ovviamente, se trattata nei tempi e nei modi giusti. Tutto questo con Alberto non sta succedendo”.