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In Lombardia ci sono 453 focolai di Coronavirus attivi

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Continua a preoccupare la Lombardia dove si sono registrati 453 focolai attivi di Coronavirus.

Continua a preoccupare la situazione Coronavirus in Lombardia dove, stando ai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, si segnalano ben 453 focolai attivi. Sebbene qui i casi sono continuamente in diminuzione, nella seconda settimana di luglio si sono registrati ben 45 nuovi cluster solo in Regione Lombardia. Ma la maggior parte dei nuovi casi diagnosticati, secondo quanto riferito dall’Iss, non sono associati a catene di contagio note.

I dati resi noti dalla Regione nel corso dell’ultimo aggiornamento, ovvero quello di domenica 12 luglio, fa registrare un incremento di 77 casi di positivi al Coronavirus di cui 15 a seguito di test sierologici e 16 considerati ‘debolmente positivi’. Buone notizie, invece, per quanto concerne il dato dei ricoverati in ospedale che continuano a diminuire, ma per il terzo giorno consecutivo aumentano i ricoverati in terapia intensiva con un incremento di +2.

Coronavirus, focolai attivi in Lombardia

Focolai attivi in Lombardia, ma la situazione Coronavirus non è particolarmente preoccupante secondo l’Istituto Superiore di Sanità. Nel report si fa riferimento come il numero di nuovi casi di infezione sia contenuto: “Questo avviene grazie alle attività di testing-tracing-tracking che permettono di interrompere potenziali catene di trasmissione sul nascere. La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione”.

Secondo quanto riferito ancora nel report, inoltre, non sorprende: “Osservare un numero ridotto di casi che richiedono ospedalizzazione in quanto, per le caratteristiche della malattia COVID-19, solo una piccola proporzione del totale delle persone che contraggono il virus SARS-CoV-2 sviluppano quadri clinici più gravi. Questo risultato, atteso in base alla strategia adottata nella fase di transizione, permette di gestire la presenza del virus sul territorio, in condizioni di riapertura, senza sovraccaricare i servizi assistenziali”.