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Uccise la figlia per un gratta e vinci, chiesti 6 anni per la madre

Il Gratta e Vinci

Anna Cipresso uccise la figlia Elisabetta per una promessa che entrambe fecero su un gratta e vinci. Chiesti 6 anni alla donna.

La Procura di Palermo ha richiesto 6 anni di carcere per Anna Cipresso per aver ucciso la figlia Elisabetta per un gratta e vinci non vincente. La donna, ultrasessantenne, avrebbe somministrato un mix letale di farmaci nelle vene della figlia il 19 luglio del 2014 per poi tentare il suicidio non andato a buon fine. Le due donne avevano stretto un patto d’onore dopo aver acquistato un ‘grattino‘: “Se non vinciamo, ci ammazziamo“. Niente di paragonabile con la gioia per una vincita milionaria al gratta e vinci occorsa nel piccolo paese di Fiumefreddo, in provincia di Catania, lo scorso febbraio.

Grattino, madre uccide la figlia

Una storia che ha dell’incredibile, una follia in santa regola quella di pensare di far fuori la figlia e tentare il suicidio nella speranza che un gratta e vinci ti cambia la vita. In una stanza dell’Hotel Archirafi di via Lincoln del capoluogo siciliano si sarebbe consumata una vicenda che getta ombre sulla vita di due donne accecate da una possibile vincita al gratta e vinci fino al punto di subordinare ad essa le proprie stesse esistenze. Nonostante nel 2018 i periti dichiarassero che al momento dell’omicidio di Elisabetta Cipresso la mamma Anna non fosse lucida, alla donna adesso l’accusa contesta il reato di omicidio del consenziente, perché, secondo gli atti delle indagini, la vittima sarebbe stata consapevole della scelta di essere uccisa.

Quello che è più comunemente conosciuto come ‘grattino’ è una lotteria istantanea, disponibile anche in via telematica (il gratta e vinci online) che assegna premi prestabiliti in base ai simboli scoperti dal giocatore. A gennaio è stato calcolato che, per quanto riguarda la Lotteria Italia, in circa 17 anni si sono persi qualcosa come 29 milioni di euro come premi non riscossi o dimenticati.