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Palermo, bare galleggianti dopo l'alluvione: si dimette l'assessore

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A Palermo scoppia la polemica per le bare galleggianti dopo la bomba d'acqua del 15 luglio: si dimette l'assessore al Bilancio.

Centinaia di famiglie, a Palermo, già nel mese di maggio erano insorte per il caso delle circa 500 bare accatastate al cimitero comunale dei Rotoli. Un grave danno di immagine, per il Comune, che si somma alla bomba d’acqua del 15 luglio: la violenta alluvione ha portato al galleggiamento delle bare in questione, ancora abbandonate in attesa di sepoltura tra depositi e aree all’aperto. Secondo quanto rivelato da alcuni testimoni, l’acqua sarebbe entrata nelle casse durante il nubifragio. “Ciò comporterà la putrefazione dei corpi dei nostri cari – denunciano i familiari – oltre al rigonfiamento del legno delle bare”.

Palermo, lo scandalo delle bare galleggianti

A pochi giorni della conferenza stampa tenutasi al palazzo comunale di Palermo, in cui l’assessore al Bilancio, Roberto D’Agostino, prometteva ‘bare zero entro inizio agosto’, sono arrivate le sue dimissioni. Troppo grave il danno di immagine per il comune siculo e Leoluca Orlando – infuriato anche con il presidente di Regione Sicilia per la mancata comunicazione sulla possibile alluvione – ha preteso il ‘passo indietro’ dell’assessore comunale, ritenuto responsabile delle bare accatastate al cimitero dei Rotoli.

In diverse uscite pubbliche, il primo cittadino ha accusato apertamente l’assessore: “Prendo atto che D’Agostino, cui avevo chiesto una verifica quotidiana sul piano di uscita dall’emergenza del cimitero non ha ritenuto di poter raggiungere i risultati che lui stesso si era prefisso e aveva annunciato. Terrò per il momento per me le relative deleghe“.