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Dipendenti Ama sezionano le salme: lo scandalo delle finte cremazioni

Dipendenti Ama salme

La magistratura si prepara a rinviare a giudizio 15 tra dipendenti Ama e impresari funebri per lo scandalo relativo alle salme nel cimitero Flaminio.

Le telecamere nascoste tra i vasi di fiori dei loculi del cimitero di Prima Porta di Roma hanno mostrato uno scandalo portato avanti da alcuni dipendenti di Ama e dalle agenzie di pompe funebri: ingannando i parenti dei deceduti, sezionavano le salme fingendo di doverle cremare salvo intascarsi il denaro della finta cremazione.

Dipendenti Ama sezionano salme

La vicenda risale a gennaio/febbraio 2020 e a portarla alla luce è stato Il Messaggero, mostrandone le registrazioni. Osservandole sono ben visibili i lavoratori dell’azienda municipalizzata, con le tute arancioni e la scritta Ama, che, dopo essersi disposti intorno ad un cadavere, lo sollevano e lo sezionano con un coltello. I resti? Buttati nell’ossario comune.

Alla base sta un inganno perpetrato nei confronti dei familiari delle vittime. Dopo 30 anni all’interno del loculo, scade infatti il tempo di permanenza della bara. Al che i resti vengono quasi sempre traferiti nell’ossario comune. Quasi perché in diverse aree del cimitero il corpo si conserva in ottimo stato e i parenti hanno la possibilità di pagare a proprie spese la cremazione.

Di qui la messa in scena di alcuni dipendenti delle agenzie funebri d’accordo con i dipendenti Ama. I primi fingono di effettuare la cremazione mentre i secondi riducono il corpo in pezzi e gettano i resti nell’ossario comune, tutto ovviamente all’insaputa dei parenti. La procura di Roma si prepara ora a chiedere un rinvio a giudizio accusando 15 persone tra dipendenti di Ama e impresari funebri. I reati contestati sono a vario titolo quelli di truffa, corruzione, induzione alla corruzione e vilipendio di cadavere.