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Neonato abbandonato a Bari, tante le offerte di adozione per Luigi

Neonato abbandonato a Bari, il commento del medico

In 24 ore in tanti hanno presentato richiesta di adozione per il piccolo Luigi, il bebè lasciato in una culla termica a Bari. L'appello ai genitori.

La storia del piccolo Luigi, il neonato abbandonato in una chiesa a Bari la mattina del 19 luglio, ha fatto scattare diverse richieste di adozione. La corsa per la solidarietà non si ferma per il piccolo. Il parroco fa appello ai genitori, sicuramente mossi dalla disperazione: “Non siete soli” scrive.

Il neonato lasciato in chiesa: il caso

La mattina del 19 luglio, don Antonio Ruccia, parroco di San Giovanni Battista, ha sentito i vagiti di un bebè all’interno della termoculla installata davanti alla chiesa: “Strillava come un matto, era meraviglioso” è stato il suo commento. Subito dopo il ritrovamento, il prete ha avvertito i Carabinieri, facendolo trasferire al sicuro. Il piccolo è stato ricoverato presso il Reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico i Bari. Il primario ha confermato che le sue condizioni sono ottimali.

La corsa all’adozione per il neonato abbandonato a Bari

In tanti hanno voluto fare la loro parte per stringersi attorno al bebè. Sono state presentate diverse richieste di adozioni per il neonato. Il desiderio di molti genitori è di dare un futuro al piccolo così come desiderato dai suoi genitori. Ma la solidarietà corre su più fili. Il parroco ha riflettuto molto sulla terribile scelta dei genitori, dettata da contingenze sicuramente esterne, di lasciare il piccolo in una culla termica. In tanti, poi, hanno fatto un appello alla coppia: “Sicuramente siete stati costretti da una condizione difficile a prendere questa decisione affrettata; Ma vorrei che sapeste che: non siete soli. Sono sicura che tutta Bari sarebbe pronta a tendervi la mano. Un abbandono senza riserve viene fatto con estrema freddezza. Molti gettano i bambini nei cassonetti senza tanti se e tanti ma. Qui c’è una palese scelta sofferta, perché non avrebbero mai dato il nome e non avrebbero mai scritto “mamma e papà” se non si sentissero tali” scrive la donna.

Infine, la sua richiesta: “Aiutiamo questa coppia a sentire il calore e l’affetto di una comunità che non vuole giudicarli ma vuole aiutarli a creare la loro famiglia con Luigi. Io ci sono e vi tendo la mano, senza paura fatevi avanti, manterremo la riservatezza e vi aiuteremo“.