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Coronavirus, Burioni contro gli ottimisti: "Ripartirà come in Spagna"

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Burioni richiama all'ordine e invita alla prevenzione: "Il coronavirus ripartirà come in Spagna".

Il virologo Roberto Burioni torna a parlare di coronavirus e si schiera, nell’ormai nota lotta tra medici, contro tutti gli ottimisti che credono che l’emergenza sia ormai alle spalle. Il riferimento in tal caso non può non essere a quanto affermato dal primario dell’ospedale San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, che ha spronato i cittadini a tornare a fare una vita normale. In un suo articolo pubblicato su Medical Facts, Burioni, invitando a non abbassare la guardia, scrive: “Il Coronavirus è pronto a ripartire come ha fatto in Spagna”.

Burioni: “Il coronavirus ripartirà”

Nel suo articolo il virologo più famoso del web commenta uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine in merito ai decessi in Italia e all’impatto del Covid sulla mortalità generale. “Numeri su cui riflettere di fronte alle incognite che ancora permangono non si scherza con i numeri – evidenzia Burioni che poi aggiunge – In questi giorni si ascoltano molte sterili e inutili discussioni. Alcune sono quelle che tentano di predire un futuro estremamente incerto; altre sono quelle che continuano a dibattere se chi è deceduto è morto ‘con il coronavirus’ o ‘per il coronavirus”.

Nello specifico il virologo suggerisce di “guardare quante persone sono morte in ben 1.689 comuni italiani (più del 20% del totale) nei primi mesi degli anni dal 2015 fino al 2020. Fino alla settimana del 23 febbraio 2020 le persone morivano esattamente nella stessa misura degli anni precedenti. Da quel momento il numero dei morti si è impennato. Negli anni precedenti morivano mediamente 4-5.000 persone a settimana; dal 15 al 28 marzo abbiamo superato i diecimila decessi a settimana”. La soluzione per Burioni è quella di affrontare la situazione conoscendo il nemico, ma senza rinunciare alla propria vita: “Dobbiamo ricominciare a vivere la nostra vita, a lavorare, a vederci e a divertirci. Ma non possiamo permetterci di ignorare alcune semplici e basilari norme di protezione reciproca”.