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Carabinieri arrestati, le intercettazioni: "Non arriveranno mai a noi"

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Dalle intercettazioni dei carabinieri arrestati a Piacenza emergono estorsioni, traffico di droga e torture di cui si sarebbero resi responsabili.

Sono 75 mila le intercettazioni in mano alla magistratura che smaschererebbero i Carabinieri arrestati a Piacenza. Dallo spaccio di droga alle torture fino alle estorsioni, sono agghiaccianti i dettagli che emergono dalle conversazioni dei militari.

Carabinieri arrestati a Piacenza: le intercettazioni

Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi! Che se va bene… ti butto dentro, al livello di guadagno“. Così parlava l’appuntato Giuseppe Montella ai colleghi affermano che nessuno sarebbe mai potuto arrivare a loro perché si trovavano a livelli troppo alti. Diverse le intercettazioni relative allo spaccio di droga, come quella del 19 marzo. In pieno lockdown imposto dall’emergenza sanitaria, i Carabinieri autorizzano un pusher a recarsi a Milano per andare a fare rifornimento di stupefacenti: “Tu prendi questo, tanto c’ho messo il timbro. Tu lo compili e là sotto scrivete il nome“.

In un’altra conversazione intercettata, un militare spiegava poi al collega come gestire lo spaccio, spiegandogli di avere trovato un’altra persona “che sta sotto di noi” aggiungendo che “da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori! La roba gliela diamo noi! Poi loro, a loro volta, avranno i loro spacciatori quindi è una catena che a noi arriveranno mai“.

Ci sono poi gli audio relativi alle violenze e alle torture. Una di esse perpetrata nei confronti del dipendente di una concessionaria che aveva immobilizzato picchiandolo dopo aver sfasciato il suo computer. Vantandosi poi, in una sorta di delirio di onnipotenza, di aver agito come nelle scene di Gomorra: “Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato!“.

Un’altra invece riguarda le violenze che avvenivano nella caserma. Se i pusher non si adeguavano alle regole e non cedevano proventi o droga, venivano infatti picchiati. Come mostrano le immagini in mano alla magistratura, c’è un episodio risalente al 27 marzo 2020 in cui un uomo è a terra in una pozza di sangue. O ancora l’8 aprile uno dei militari avrebbe colpito un presunto spacciatore affermando che quello sarebbe stato solo il primo degli schiaffi che gli avrebbe dato: “Tu non hai capito che qua non comandi un ca**o. Questo è il primo della giornata, siediti là e non rompere i co…, se trovo qualcosa a casa sono mazzate per te“.