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L'orso M49 è di nuovo scappato dal suo recinto in Trentino

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L'orso M49 è scappato di nuovo e vaga per le montagne del Trentino: ha distrutto la rete di protezione.

Continuano i problemi in Trentino con l’orso M49 che è nuovamente scappato dal recinto del Centro faunistico del Casteller, a sud di Trento. A darne notizia è stato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha sottolineato come questa volta sarà più facile rintracciarlo in quanto “l’animale è provvisto di radiocollare”. L’esemplare sarebbe fuggito nella notte tra il 26 e il 27 luglio e, secondo una prima ricostruzione, sarebbe riuscito a superare la barriera elettrica e avrebbe divelto la rete elettrosaldata piegando l’inferriata dello spessore di 12 millimetri fino a ricavarne un’apertura sufficiente per scivolare all’esterno. È stato localizzato in un’area del monte Marzola, sopra Trento, che i forestali stanno presidiando.

Trentino, l’orso m49 è scappato

Non è la prima volta che l’esemplare, noto ai più con il nome di Papillon, ha tentato la fuga. Già lo scorso anno, sempre a luglio, si era arrampicato lungo la rete di recinzione riuscendo a scavalcare e, poiché non era ancora munito di radiocollare, la sua latitanza era durata ben 9 mesi prima di essere catturato sui monti di Tione, in Trentino, ed essere trasportato nell’area faunistica di Casteller.

Tra il 2018 e il 2019 l’orso ha fatto razzie di animali in numerose fattorie e aziende della zona: lo scorso anno, il 50% di tutte le predazione di bovini, capre e altri animali, sono state attribuite a lui. Nell’agosto 2018 fu catturato una prima volta e gli misero il radiocollare (poi tolto), lo lasciarono libero e la Provincia pagò il conto di oltre 30 mila euro di indennizzi ai privati danneggiati. Poi, dopo una escalation di altre predazioni, la decisione di catturarlo nuovamente a metà 2019. Poi altre fughe e la decisione su cosa fare con l’animale che divide molto e che schiera gli ambientalisti contro la possibilità che l’orso venga trasferito in altre strutture, lontano dal suo habitat. Alla sorte dell’orso però si sta interessando anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa (è stato lui a dargli il nome Papillon), che sta monitorando la situazione e ha già interessato l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale.