Antonino Paviglianiti Doveva scontare il ‘fine pena mai’, invece si ritrova libero a 53 anni: il tribunale di sorveglianza di Firenze ha concesso la libertà condizionata al boss mafioso, condannato all’ergastolo, Santi Pullarà, dopo 27 anni di 41-Bis. Colpevole di almeno sette omicidi avvenuti tra il 1990 e il ’91 e tra le vittime un bambino di 4 anni, Andrea Savoca, ucciso dal gruppo di fuoco di cui faceva parte Pullarà. Sotto i colpi di Canti sono caduti anche Colombina Steri, 21 anni, assassinata insieme al fidanzato, Alfredo Maiolino di 24 anni, l’obiettivo dei killer. I giudici hanno evidenziato come Pullarà, all’epoca dei fatti 23-24 anni, adesso sia una persona diversa: lo studio dei classici e del latino gli ha consentito di cambiare vita. Uno dei professori di Siena, Alessandro Fo, lo ospiterà a casa sua.
Scarcerato il boss Pullarà
Una decisione che però non soddisfa la questura di Palermo che aveva fatto presente ai colleghi di Siena che attualmente Santi Pullarà continua ad avere collegamenti con Cosa Nostra. Il boss mafioso già dal 2016 fruiva della semilibertà e poteva rientrare in carcere la sera dopo avere lavorato in due cooperative come cameriere e aiuto cuoco e come assistente a persone con gravi disabilità fisiche e psichiche.
I giudici, nella motivazione che ha portato alla scarcerazione del boss, hanno evidenziato come in carcere Pullarà abbia conseguito la laurea breve in Lettere col massimo dei voti e che adesso sta studiando per la specialistica in Storia medievale con una tesi sulla Sicilia. Inoltre, il Tribunale di Firenze spiega come Pullarà abbia seguito: “Con autentico interesse i gruppi culturali seminariali, organizzati da volontari dell’università di Siena, con la presenza anche di professori che lo hanno molto sostenuto, offrendogli stimoli positivi, fiducia nella possibilità di cambiamento e riscatto”. Con questa motivazione, dunque, il boss Santi Pullarà è stato scarcerato.
