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Vittima carabinieri Piacenza: "Mi picchiarono e mi dissero: spaccia per noi"

carabinieri arrestati a Piacenza

"Mi picchiarono e mi dissero: spaccia droga per noi": è la testimonianza di Israel, primo dei fermi illegittimi compiuti dai carabinieri di Piacenza.

Continuano le indagini sulla vicenda dei carabinieri arrestati a Piacenza ed emergono nuovi dettagli: ai 2 milioni di euro falsi spariti, segue la testimonianza di un nigeriano 24enne, vittima delle loro minacce e della loro violenza. Si tratta di Israel Anyanku, uno dei quattro fermi illegittimi compiuti dai carabinieri della stazione Levante. Ora lavora a Foggia, dove raccoglie pomodori.

Carabinieri arrestati a Piacenza, la testimonianza

Il quotidiano Il Manifesto è riuscito a trovare Israel, il quale ha raccontato quanto subito per mano dei carabinieri di Piacenza finiti nel mirino delle indagini. Il 24enne proveniente dalla Nigeria ha raccontato di essere stato vittima delle violenze degli agenti: “Mi picchiarono e mi dissero: spaccia per noi”, ha dichiarato. Alla proposta di spacciare droga, tuttavia, il giovane si sarebbe rifiutato. “Sono arrivato a Piacenza a dicembre 2019. Ero venuto a trovare un mio compaesano che era disposto a ospitarmi. Poi sono rimasto bloccato lì per il virus. Sono partito per la Puglia a lavorare in giugno. Qui lavoro nei campi, raccolgo i pomodori”, ha raccontato.

Ed è proprio a Piacenza, che nel pieno del lockdown e dell’emergenza sanitaria, è stato arrestato. Era il 27 marzo. A tal proposito, ha spiegato: “Quel giorno ero in via Colombo, io abitavo lì. C’era il lockdown e stavo andando dal fruttivendolo. Sono sceso e mi sono reso conto di non avere la mascherina, ma mi sono detto che facevo presto e tornavo a casa”. Quindi ha aggiunto: “A un tratto, un uomo mi ha chiamato dall’altra parte della strada. Siccome ero senza mascherina, non ho risposto. Mi sono girato e volevo andare verso casa. Poi quell’uomo, insieme ad altri, ha incominciato inseguirmi. Io sono corso via”. Così, alcune persone senza uniforme “mi hanno preso e incominciato a picchiarmi forte con le mani”. Per le ripetute violenze, “sono caduto a terra”, dove hanno “picchiato forte, ancora”. A quel punto, “mi hanno chiesto cosa avessi in tasca. Io ho risposto: “Niente, controlla pure”. E loro mi hanno picchiato”. “Eravamo in via Colombo, mi hanno picchiato in faccia così tanto che usciva moltissimo sangue. Mi hanno dato dei fazzoletti e non riuscivamo a fermare il sangue. Ho cercato anche di lavarmi la faccia e continuava a uscire sangue dal naso”, ha ribadito.

Nonostante il dolore per le violenze subite e l’incredulità per ciò che stava vivendo, i carabinieri della stazione di Levante pare lo abbiano ammanettato e portato in caserma. Lui intanto continuava a chiedere cosa avesse fatto per subire un simile trattamento. “Mentre mi portavano in caserma mi continuavano a dire: “Ti vogliamo aiutare”. E io rispondevo: “Aiutarmi perché?”. Li ho seguiti, ma non volevo nessun aiuto”, ha fatto sapere a Il Manifesto. E ancora: “In ufficio dei carabinieri mi hanno chiesto se vendessi droga. Ho risposto che non vendo droga e non mi drogo. Gli ho detto di controllare in casa: non ho droga, niente. Poi hanno controllato in casa e non hanno trovato niente. Loro continuavano a dirmi “Israel ti aiutiamo” e io rispondevo: “Aiutarmi con cosa?”. Ero molto infastidito: non ho fatto niente, hanno perquisito casa, non mi drogo, fumo e basta. Hanno controllato tutto. Poi mi hanno riportato in caserma”.

È a quel punto che i carabinieri avrebbero chiesto al nigeriano poco più che ventenne di vendere droga per loro. “Io ho detto che non avrei lavorato con loro e non vendo droga”, avrebbe ribadito Israel. Di fronte al suo rifiuto, gli agenti hanno “incominciato a picchiarmi di nuovo”. Stando a quanto dichiarato dal ragazzo, in seguito alle violenze non è riuscito né a contattare l’avvocato né a farsi visitare da un medico. Tuttavia, i dolori ci sarebbero ancora: “Il petto mi fa ancora male, da quando mi hanno picchiato ho problemi a respirare”, ha detto.