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Carabinieri Piacenza, un nuovo testimone minacciato e picchiato

Piacenza, nuovo testimone per il caso dei carabinieri

Nuovo testimone per il caso dei carabinieri di Piacenza, un 37enne di origini albanesi racconta di quando fu portato in caserma.

Nel caso carabinieri di Piacenza spunta un nuovo testimone: si tratta di un 37enne di origini albanesi, portato in caserma dal gruppo perché avevano trovato in casa sua un chilo e quattrocento grammi di marijuana, lo scorso 3 aprile 2020.

Carabinieri di Piacenza: un nuovo testimone

A difendere il testimone l’avvocato Antonino Rossi, che ha riportato la storia del suo cliente al quotidiano Libertà. “Il mio assistito è stato picchiato, gli anziani genitori minacciati e tutte le circostanze evidenziate nel verbale di arresto sono inventate”, ha dichiarato. La denuncia, anche in questo caso, sarebbe quella di abuso di autorità, minacce aggravate, violenza privata e falso.

Portato nella caserma di via Caccialupo, il 37enne sarebbe stato trattato male: “Non mi hanno voluto dare nemmeno un po’ di acqua e zucchero. ‘Devi soffrire’, ha detto uno di loro. Voglio però dire che, dopo, nella caserma in via Beverora ho incontrato persone molto diverse”, ha raccontato l’uomo.

Il caso dell’addio al celibato

L’avvocato Rossi sta valutando anche la revisione del processo per un italiano, che venne arrestato nel 2011 per resistenza a pubblico ufficiale, durante il suo addio al celibato. Anche in questo caso il gruppo di carabinieri di Piacenza gli avrebbe fatto di tutto, secondo quanto riporta l’uomo. Montella mi tirò già dalla macchina di forza, mi ammanettò e mi prese a spintoni e calci. Poi in caserma mi gonfiarono di botte per un quarto d’ora. Al processo per direttissima i carabinieri arrivarono in tribunale fasciati, sembrava che fossi stato io a picchiarli. Ma non è andata così. Non ho mai denunciato perché avevo paura”, ha detto.