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Ponte di Genova, il fratello di una vittima: "Non è stato un incidente"

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Il 29enne Emmanuel Diaz ha deciso di percorrere il nuovo viadotto di Genova in memoria del fratello morto due anni fa nel crollo del Ponte Morandi.

A due anni di distanza dal crollo del Ponte Morandi, il 29enne di origine colombiana Emmanuel Diaz ha deciso di percorrere il nuovo viadotto sul Polcevera in memoria del fratello Henry, morto quel fatidico 14 agosto del 2018 assieme ad altre 42 persone. Lo stesso Emmanuel è stato presente lo scorso 3 agosto all’inaugurazione del nuovo Ponte Genova San Giorgio, a differenza degli altri familiari delle vittime del Morandi che hanno invece preferito evitare ogni tipo di spettacolarizzazione delle tragedia.

Nuovo ponte di Genova, parla Emmanuel Diaz

Intervistato da diverse testate nell’anniversario di quello che a suo dire è stato “il giorno che ha cambiato tutto“, Emmanuel Diaz racconta la decisione di percorrere: “Esattamente la stessa strada che ha fatto [il fratello Henry ndr] sul ponte Morandi prima di volare giù con la sua auto, tra le macerie e le altre vittime del crollo”. Secondo l’uomo, giunto all’inaugurazione del nuovo viadotto assieme alla madre, il crollo del Ponte Morandi non può infatti essere descritto come una semplice fatalità, ma come una tragedia che poteva e doveva essere evitata: Mio fratello è stato assassinato, non è stato un incidente”.

Nelle parole di Emmanuel, che punta il dito contro la gestione del ponte effettuata da Autostrade Per l’Italia, emerge la ferma volontà di un uomo che cerca giustizia per il familiare scomparso: “Il gruppo Atlantia, Aspi e Spea hanno deciso di giocare con le nostre vite, il Ponte Morandi non è crollato per puro caso, il Ponte Morandi è crollato per la loro incapacità e per la loro incuria”.

Il pensiero del 29enne mentre percorre i metri di asfalto del nuovo viadotto va però sempre prima di tutto al fratello, nella speranza che tragedie come quella avvenuta due anni fa non si possano più ripetere: “Quando ho fatto la galleria di Coronata mi sono sentito male. Non è semplice raccontare le mie emozioni, penso a mio fratello che non c’è più e a mia madre che è qui con me e mi dico che devo essere forte per tutti e due. […] Mio fratello si sentiva al sicuro quando è passato sul ponte Morandi ed è stato ucciso. Non meritava una fine così atroce ed oggi sono qui per lui”.