Addio ad Alberto Bauli, figlio del fondatore dello storico marchio italiano, morto all’età di 79 anni. Nello stesso giorno è venuto meno anche un altro leader della produzione dolciaria italiana, ovvero Stefano Pernigotti.
Alberto Bauli morto
Per oltre 25 anni è stato a capo dell’azienda nota soprattutto per la produzione di pandori. Una società fondata dal padre Ruggero a Verona dopo che ebbe aperto un negozio di dolci a Buenos Aires il cui ricavato gli ha consentito di tornare a Verona e porre le basi del successo del marchio recante il suo nome.
Alberto ha raccolto questa eredità facendo crescere l’azienda e salvando alcuni dei colossi del settore alimentare che sembravano essere sull’orlo del fallimento. Tra questi Alemagna e Motta rilevate dalla Nestlè nel 2009, occasione su cui l’ingegner Bauli ha più volte scherzato. “Il presidente del colosso svizzero pensava fossi andato a trovarlo per vendergli la nostra azienda“, diceva ironicamente. Ha poi acquistato anche la Bistefani, nota soprattutto per i Krumiri, e la Doria. Negli ultimi hanno si è anche spinto oltre i confini nazionali, dove ormai il gruppo genera il 15% del suo giro d’affari.
Gran parte del successo dell’azienda era dovuto al fatto che Bauli, avendo svolto l’incarico di consigliere del Banco Popolare e presidente della Banca Popolare di Verona, sapeva come evitare gli scivoloni finanziari. A differenza per esempio della Melegatti, rivale veronese nell’area del pandoro, a cui sono costati carissimi. Alberto avrebbe compiuto 80 anni il 5 settembre e lascia la moglie Zina e i tre figli Carlo Alberto, Francesco e Chiara.