Luigino, il padre di Viviana Parisi, la dj 43enne trovata morta a Caronia, ha dichiarato come la figlia si trovasse nel tunnel della depressione e avrebbe avuto paura del contagio da coronavirus. Come riporta Repubblica, il 71enne ha dichiarato: “La mia Viviana era speciale e mi mancherà tantissimo il suo sorriso. L’ultima volta l’ho sentita il giorno prima della scomparsa”. Luigino ha spiegato che quel giorno sua figlia si trovasse a Patti con il marito Daniele Mondello. Luigino ha precisato che entrambi fossero contenti al mare. L’uomo, conducente di tram e bus in pensione, è inconsolabile. La morte della figlia resta al momento avvolta nel mistero. Nessuna traccia di Gioele, il figlioletto di Viviana e Daniele. I soccorritori sono ancora alla ricerca del bambino.
Viviana Parisi: parla il padre Luigino
Il corpo sfigurato di Viviana Parisi è stato trovato senza vita a Caronia. Nessuna traccia del figlioletto Gioele, le cui ricerche sono ancora in corso. Luigino, padre della 43enne, ha dichiarato: “Il coronavirus l’aveva turbata ci sentivamo tutti i giorni con la videochiamata voleva venire a Torino, ma le ho detto scendo a settembre in Sicilia, prima non è possibile perché soffro il caldo. L’ho sentita il giorno prima, aveva acquistato un materassino per il bambino ed era andata al distributore per farlo gonfiare. Non so cosa possa essere successo ognuno di noi reagisce diversamente”. Luigino ha spiegato: “Era in cura e mi diceva: ‘Non sono pazza’ “.
La depressione
Sembra che da qualche anno Viviana Parisi fosse attanagliata da una malattia oscura. Aveva anche sofferto di depressione post-partum e la sua situazione era peggiorata nel corso del lockdown per la pandemia da coronavirus. Tramite alcuni post su Facebook, Viviana aveva descritto la sua difficile situazione, come nel seguente: “Cinque anni fa i miei ormoni sono cambiati e gli ormoni di una donna sono veramente complicati e difficili da gestire. Alla nascita del mio cucciolo il suo mondo mi rapì sia con il cuore che con la mente. Il mio tempo non lasciò spazio ad altri pensieri. Mi travolse. Prima di tutto mi coinvolse un senso di protezione quindi iniziai ad aver cura di tutto il suo grande universo… Fino a un anno e mezzo fa lo nutrii col mio seno. Decisi poi a malincuore di non dargli più il mio latte nonostante ne avessi ancora proseguii con quello che mi prescrisse il pediatra, così arrivò il primo distacco come quello del cambio dei quindici pannolini quotidiani al vasino e… quello del baldacchino alla culla più grande… La musica per me cambiò…”
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