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Alberto Zangrillo: 'Non confondere il contagiato con il malato'

Alberto Zangrillo

Alberto Zangrillo ha spiegato che non bisogna confondere i contagiati con i malati di coronavirus.

Alberto Zangrillo è stato ospite della trasmissione In Onda su La7 e ha nuovamente parlato di coronavirus, sottolineando la differenza tra contagiati e malati. In Italia stanno emergendo dei nuovi focolai, ma il direttore della Terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano ha spiegato che sono la conferma che bisogna imparare a convivere con questo virus. Il professore ha voluto sottolineare alcuni concetti che aveva precedentemente espresso durante altre apparizioni televisive.

Alberto Zangrillo sui contagi

Il 28 aprile, quando eravamo appena usciti dalla fase più drammatica dell’epidemia, dissi che dovevamo imparare a convivere col virus e le notizie relative ai contagi lo confermano” ha spiegato Alberto Zangrillo, che è stato definito negazionista, parlando dei nuovi focolai che stanno nascendo in Italia. “Non dobbiamo confondere il contagiato con il malato. Il contagiato ha un’evidenza sierologica per cui è venuto a contatto con un virus e nel 99% dei casi non manifesta una sintomatologia clinica” ha spiegato il direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Essere contagiati non significa essere malati, non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario” ha aggiunto il professore. Zangrillo ha spiegato che il governo fa bene ad adottare con le regioni le norme per riuscire ad identificare in modo precoce i contagiati, e sicuramente devono riuscire a far aumentare la percentuale di vaccinati contro l’influenza, perché “questo contribuirà a fare chiarezza e a limitare l’entità delle patologie di pertinenza ospedaliera“. “È evidente che noi dobbiamo, come medici, cercare di applicare quello che abbiamo in mano. In questo momento le terapie di profilassi che abbiamo, sono quelle, ad esempio, contro il virus influenzale. Dobbiamo quindi fare una massiccia opera di persuasione per quanto riguarda la vaccinazione veramente di massa contro l’influenza. Dopodiché nelle categorie più fragili, anziani e portatori di patologia, anche contro la polmonite da pneumococco” ha aggiunto Zangrillo.