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Coronavirus, aumentano gli appelli alla prudenza degli esperti

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I contagi stanno aumentando e gli esperti si dicono preoccupati al riguardo, invitando la cittadinanza a un comportamento responsabile.

La curva dei contagi, sta in questi giorni risalendo a causa del rientro dalle vacanze dai paesi rischio, le serate in discoteca e in luoghi di assembramento affollati come ad esempio le spiagge. Ecco che numerosi esperti, a proposito del Coronavirus, hanno messo in guardia la popolazione, lanciando numerosi appelli. Il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia ad esempio ha invitato a riprendere lo spirito del lockdown assumendo dei comportamenti responsabili, onde evitare il manifestarsi di un nuovo lockdown.

Crisanti: “Impossibile frenare il contagio”

“Nel giro di 10-20 giorni arriveremo ad almeno mille casi positivi giornalieri”. Il ritmo di crescita, è costante” e “mi pare improbabile che si riesca a frenare”. A parlare è il dott. Andrea Crisanti, professore di Microbiologia all’Università di Padova che con queste parole offre una visione decisamente meno ottimista rispetto a quanto illustrato dal direttore dello Spallanzani Francesco Vaia.

Il direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra, come Vaia, ci illustra uno scenario, le cui conseguenze possono essere attenuate, se si segue un corretto modo di procedere.
“Il rischio è quello di arrivare a ridosso della riapertura delle scuole con un numero di casi che la renderebbero pericolosissima. Perché è matematico che la curva col ritorno in aula salirebbe ancora“ ha dichiarato Guerra a questo proposito. Si tratta di un invito alla massima prudenza e a evitare qualsiasi comportamento che possa contribuire alla diffusione del contagio. Tradotto significa: “o si seguono le corrette procedure di distanziamento e norme igieniche o il secondo lockdown, non sarà più solo un’ipotesi”.

Attenzione alle discoteche

Non poteva infine mancare una riflessione sulle aperture delle discoteche, che sono uno degli agenti che più hanno contribuito a diffondere i nuovi focolai. Le discoteche, come ci dice il dott. Crisanti, sono dei luoghi “dove è molto difficile mantenere il distanziamento sociale. Inoltre, l’attività in una discoteca aumenta la respirazione profonda, le persone vanno in anaerobiosi, si muovono, hanno bisogno di respirare molto di più”.

Il problema delle discoteche e dei rientri dalle vacanze infine, sono legati, oltre alla superficialità delle persone che non tengono i dovuti comportamenti, anche ad una mancanza di veri e propri protocolli che servono a limitare o evitare le conseguenze del problema sul nascere “Penso a chi torna ad esempio dalle vacanze in altri paesi d’Europa. Bisognava attivare i controlli prima, predisporre dei protocolli“, ha concluso Andrea Crisanti.