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Coronavirus, contagi non aumentano per migranti: colpa dei vacanzieri

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I congati da coronavirus non sono in aumento a causa dei migranti ma per colpa dei vacanzieri.

I contagi da coronavirus sono in crescita, ma la colpa non è dei migranti, bensì dei vacanzieri. “A seconda delle Regioni, il 25-40% dei casi sono stati importati da concittadini tornati da viaggi o da stranieri residenti in Italia. Il contributo dei migranti, intesi come disperati che fuggono, è minimale, non oltre il 3-5% è positivo e una parte si infetta nei centri di accoglienza dove è più difficile mantenere le misure sanitarie adeguate” sono le parole del presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Cts, Franco Locatelli, che ha tentato di spegnere tutte le polemiche riguardo i migranti, una delle quali scatenata da Matteo Salvini.

I contagi da coronavirus

I contagi da coronavirus sono in aumento ma questa risalita è legata ai casi importati dai vacanzieri di ritorno, in modo particolare dai turisti che arrivano da Malta, Spagna, Grecia e Croazia. Il governo è subito corso ai ripari, stabilendo che chi rientra da questi luoghi è obbligato a sottoporsi a test molecolare o antigienico tramite il tampone. Questa misura è entrata in vigore il 13 agosto ed è rivolta a tutti coloro che si sono recati in questi Paesi per le vacanze o per lavoro. La stagione estiva e le frontiere aperte hanno generato una situazione davvero molto preoccupante dal punto di vista epidemiologico, con la nascita di molti focolai.

Inoltre, l’età media di contagio si è abbassata e proprio per questo il Governo ha deciso di intervenire sulla movida, sui locali e sulle discoteche. I nuovi focolai non sono collegati agli sbarchi dei migranti, come ha spiegato Locatelli, ma riguardano il ritorno di molte persone dalle vacanze, che hanno deciso di fare all’estero. Siamo in una fase molto preoccupante, ma l’esperto ha sottolineato che non siamo nella seconda ondata.