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Coronavirus, l'odissea dei turisti milanesi: "4 giorni per un tampone"

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Un gruppo di giovani turisti milanesi tornati positivi da Mykonos ha raccontato l'esperienza avuta con le autorità sanitarie della Regione Lombardia.

Doveva essere un ritorno alla normalità estiva dopo mesi passati in lockdown e invece una decina di turisti milanesi tornati positivi al coronavirus dopo un viaggio in Grecia sta attraversando una vera e propria odissea, a causa delle lunghe tempistiche con cui la Regione Lombardia sta comunicando i risultati dei tamponi faringei. Dopo aver contattato i giornalisti di Fanpage.it, la comitiva ha infatti lamentato la mancanza di assistenza e di professionalità da parte delle autorità sanitarie regionali.

Coronavirus, l’incubo di 10 turisti milanesi

È uno dei dieci ragazzi, Francesco, a raccontare ai microfoni di Fanpage.it tutta la vicenda, fin dal ritorno da Mykonos: “Siamo tornati dalla Grecia una persona del nostro gruppo è risultata positiva insieme ad altri due ragazzi, che abbiamo visto in maniera occasionale. Eravamo un gruppo di circa 10 persone e siamo rientrati tra il 10 e il 13 di agosto. Un nostro amico che era con noi, è rientrato il 12 e il 13 mattina ha fatto il tampone privatamente che è risultato poi positivo”.

Resisi subito conto di delle loro condizioni di salute e di poter così costituire un pericolo per le altre persone, i giovani hanno deciso di avvisare tempestivamente le autorità preposte, trovando però davanti a loro un muro di incertezze: “Insieme alla mia ragazza e un’altra coppia di amici siamo rientrati il 13 pomeriggio su Milano e abbiamo iniziato ad avvertire sintomi che quando sei a mare a tutto abbiamo pensato tranne che al Coronavirus, abbiamo pensato di aver preso un po’ troppo sole e basta, semplicemente un po’ di stanchezza. Quando sono arrivato a casa ho misurato la temperatura ed era a 37,7 gradi, mi sono subito attivato, sia per segnalare i miei sintomi e che il nostro compagno di viaggio era risultato positivo. Abbiamo provato a sentire l’Asl, l’Ats di Milano il numero verde, ecc, però non abbiamo avuto grandissime risposte”.

Le critiche alla Regione Lombardia

I giovani hanno chiesto di poter eseguire il tampone all’indomani dal loro ritorno dalla Grecia, ma da parte delle autorità sanitarie regionali non vi è stata a dire del ragazzo intervistato molta collaborazione: “Ho avvisato via mail l’Ats di Milano spiegando tutta la situazione e in tutta risposta ci è stato detto dall’Ats che per fare il tampone lo deve richiedere il medico di base e io gli ho detto che il medico di base il 14 di agosto, ho provato a chiamarlo, ma non mi risponde. Successivamente ci ha richiamato l’Ats di Milano dicendoci che il tampone prima di lunedì o martedì non se ne parla a farlo, è impossibile farlo, intanto di stare a casa, in isolamento fiduciario, però non hanno attivato procedure di contact tracing. È assurdo che una regione come la Lombardia si faccia attendere così tanto per un tampone e dopo ben 4 giorni il nostro arrivo dalla Grecia abbiamo viaggiato in un volo con 200 persone e ora chissà dove sono”.