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Ilaria Capua: "Coronavirus ha cambiato tutto. Serve equilibrio uomo-ambiente"

Ilaria Capua coronavirus

"La pandemia mette in discussione il nostro rapporto con la natura. I nostri figli dovranno trovare le soluzioni", ha dichiarato Ilaria Capua.

Dopo le dichiarazioni sul vaccino, Ilaria Capua torna a parlare dell’emergenza coronavirus. Concordando con molti esperti e studiosi di tutto il mondo, anche per la scienziata italiana la pandemia che stiamo affrontando è un campanello d’allarme, un grido d’aiuto che la natura lancia all’uomo affinché sia valorizzata e rispettata. Per la Capua, infatti: “La pandemia in discussione il nostro rapporto con la natura che già era stato messo in crisi dal cambiamento climatico, dagli incendi, dagli allagamenti e dagli tsunami, senza contare i disastri nucleari e la perdita della biodiversità”. A trovare le soluzioni saranno “i nostri figli”, ma ha precisato: “Noi dovremmo cercare di rendergli il compito più semplice”.

Ilaria Capua: “Il coronavirus ha cambiato tutto”

Persi nei ritmi più frenetici, stanchi dalla routine più quotidiana, non assaporiamo le bellezze del mondo, che tuttavia stiamo sempre più danneggiando. A dirlo è anche Ilaria Capua, che in un articolo pubblicato per il Corriere della Sera ha spiegato: “Ormai si sa che le cose da fare sono tre: igiene, distanza, protezione. Per sé e per gli altri”. Quindi ha precisato: “In realtà ce n’è una quarta, il buonsenso che apparentemente va e viene a seconda di variabili indefinite. Ma al di là delle necessità gestionali e di sanità pubblica si percepisce un vuoto particolato, ovvero come se le particelle dell’ordinarietà fossero rimaste congelate a mezz’aria. Come se una nuvola cristallizzata di azioni, pensieri, diritti e doveri e il nostro stesso ruolo si fossero a un tratto sospesi nel periodo intrapandemico”.

Sull’attuale situazione nella quale ci troviamo a vivere, inevitabile conseguenza dell’emergenza sanitaria, Ilaria Capua ha commentato: “Molto è fermo, gli aerei, i treni, le persone. Per forza, il virus si sposta con le persone. Si è fatto quello che c’era da fare. L’immobilità che adesso esiste naturalmente si trasformerà in una ripartenza. Disordinata e piena di rabbia all’inizio, ma mi auguro con un respiro ampio e che guardi al futuro, ora che sappiamo”.

Il suo invito è quello di prendersi del tempo, rallentare e talvolta persino fermarsi. Lo ha scritto chiaramente: “Sappiamo che ci si può fermare, sappiamo che questa è una pandemia che amplifica le diseguaglianze e le rende ancora meno accettabili. Una pandemia che mette in discussione il nostro rapporto con la natura“. Quindi ha aggiunto: “Certo che visto così è un po’ tanto. Forse troppo. E sembra difficile trovare il bandolo della matassa. Invece il bandolo ce l’abbiamo: è una manopola a forma di virus che apre le mille e una porta dei sistemi fragili che abbiamo costruito o abbiamo ereditato. Poco importa se è colpa nostra o piuttosto dolo o persino negligenza”.

La pandemia porta alla luce i tanti problemi della società odierna e qualcosa dev’essere cambiato alla radice. “Non si tratta di mettere pezze di cartongesso o micropali nell’argilla. Si tratta di ristabilire gli equilibri e tra questi l’equilibrio con gli altri esseri viventi del pianeta da cui siamo completamente dipendenti. Ma anche con il contesto e l’ambiente che ci ospitano”, ha ribadito. Quindi ha ricordato: La generazione dei cinquantenni è più green dei nonni di oggi e meno green dei propri figli. È una generazione cerniera che avrà un ruolo cardine nell’accompagnare la società verso un domani che di certo sarà diverso dall’oggi”. Per la Capua, come ha scritto, la “pandemia ha trasformato l’impossibile nel necessario”. Ora si rivela una “grandissima opportunità che non si ripresenterà almeno per noi. Noi possiamo concentrare i nostri sforzi verso una riconversione sostenibile facendo un passo in più: un passettino che servirà ai nostri figli. Si sa, i giovani di oggi non accetterebbero mai delle violazioni al benessere animale o crimini ambientali su cui la nostra generazione ha nicchiato. Noi dovremmo cercare di rendere il loro compito più semplice impostandogli il lavoro per bene”.

Il futuro è in mano ai giovani

Ai più giovani spetta un compito importante:I nostri figli dovranno rimettere un po’ a posto la gestione del pianeta. Altrimenti con le risorse proprio non ci stiamo dentro e con l’impatto dell’uomo abbiamo fatto anche peggio. Insomma, dovranno trovare delle soluzioni per arginare i danni che abbiamo fatto noi e i nostri predecessori, per esempio agli oceani, alla qualità dell’aria e alla madre terra che ci nutre. Le informazioni ci sono. Sono i big data un po’ visibili un po’ opachi, ma ci sono”.

“Immaginiamo i big data come libri virtuali, da ripulire, tradurre e rendere fruibili ai nostri ragazzi che avranno domani pure i computer quantici — che si dice che faranno il lavoro di un anno in un secondo, ma questo non basta”, è il consiglio della Capua.

Ai giovani il compito di migliorare non solo il presente, ma anche e soprattutto il domani a cui andiamo incontro. “I nostri figli dovranno cercare soluzioni per la sostenibilità di un pianeta trasformato e depauperato delle risorse. Loro avranno pure contezza che esistono tutti i libri virtuali con le informazioni che loro servono ma a oggi sono scaraventati in uno spazio non definito e inaccessibile”, ha ribadito. E ancora: “Noi potremmo farci carico di mettere a posto quei libri, permettendo alle nuove generazioni di leggere e comprendere quella storia di insostenibilità del pianeta che abbiamo costruito”. Un gesto importante per l’umanità e il pianeta: per la Capua, infatti, è questo il regalo più grande che possiamo fare loro: ordinare e preparare il materiale di lavoro che sarà alla base delle soluzioni per una rinascita più rispettosa del sistema che ci ospita e dei suoi equilibri”.