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Coronavirus, Ilaria Capua: "La seconda ondata si può evitare"

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Ilaria Capua crede che la seconda ondata di coronavirus in Italia si possa evitare: "È una questione di responsabilità collettiva".

Ilaria Capua, virologa responsabile dell’One Health Center of Excellence della University of Florida, ha detto la sua in merito al netto aumento dei contagi verificatosi in Italia nel corso delle ultime settimane. Tutti temono una seconda ondata di coronavirus in autunno, con conseguenti danni alla salute dei cittadino e al tessuto socio – economico, ma per la Capua tutto questo potrebbe non esserci se ogni singolo cittadino si impegnasse a fare di tutto per evitarla. “Quando si parla di seconda ondata – ha detto la virologa – si fa riferimento ai ricoveri in terapia intensiva (che allo stato attuale, in Italia, sono molto limitati, ndr). Per evitare questo non occorrono decreti, ma un’attiva collaborazione della popolazione. È una questione di responsabilità collettiva”.

Coronavirus, Ilaria Capua e la seconda ondata

Nelle parole della virologa, oltre che un invito alla società civile ad innalzare la soglia di attenzione verso le più basilari forme di prevenzione, c’è anche una forte critica al suo mondo, quella della comunità scientifica, fattosi trovare totalmente impreparato di fronte alla diffusione su larga scala di questo virus. “La comunità scientifica – ha sottolineato la Capua – ha fallito e deve fare autocritica. La pandemia da Covid non è stata un meteorite inaspettato. Era prevedibile e si poteva evitare – come io stessa, alcuni virologi svalvolati e persino Bill Gates avevano previsto -. Mi auguro che questa emergenza serva da lezione per il futuro”.

Poi uno sguardo al proprio lavoro e all’importanza di mettere a sistema tutto le informazioni per creare dei modelli che in futuro permettano di non ricommettere gli stessi errori. “Noi non ci occupiamo solo del coronavirus, ma anche di Big Data, cioè dati che possano essere messi in relazione con la pandemia, per capirci di più. Dati tutti i tipi. Per esempio, le condizioni metereologiche nelle diverse zone del mondo (che possono influenzare la sopravvivenza del virus, ndr). Per esempio le differenze di genere che possono spiegare perché le donne sono più protette. Qualcuno deve cominciare a metterci le mani. Stiamo “filmando” una pandemia”.